Quando il cuore si anima
Il grande cartoonist Bruno Bozzetto intervistato in esclusiva.
Nato a Milano nel 1938 Bruno Bozzetto realizza a vent’anni il suo primo cortometraggio, “Tapum la storia delle armi” che subito suscita l’interesse del pubblico e della critica. Il più famoso tra i suoi personaggi è la storica figura del “Signor Rossi”, l’omino occhialuto vestito di rosso con il quale ha realizzato molti cortometraggi e tre lungometraggi per la televisione e per il cinema.
Nel 1965, dopo più di vent’anni di silenzio in questo settore, è stato il solo in Italia a realizzare e produrre un lungometraggio in animazione “West and Soda”, seguito nel 1968 da “Vip mio fratello superuomo” e nel 1976 da “Allegro non troppo”. Nel 1987 realizza anche un lungometraggio dal vero “Sotto il ristorante cinese”, con Nancy Brilly, Amanda Sandrelli e Bernard Blier.
Nel 1990 riceve l’Orso d’Oro al Berlin Film festival per “Mister Tao” e nel 1991 la Nomination all’Oscar per “Cavallette”.
Nel 1995 crea un cortometraggio di 7′ per Hanna&Barbera, il cui titolo è “HELP? “. Tra il 1999 e il 2003 produce molti cortometraggi realizzati con Macromedia Flash, tra i quali i popolarissimi “Europe & Italy”, “Yes&No” ed “Olympics”.
Nel 2003 termina la realizzazione della “Famiglia Spaghetti”, serie di 26 episodi co-prodotta da The Animation Band e dalla RAI.
D: Bruno Bozzetto, come nasce la sua passione per questo lavoro?
R: Ho iniziato perché amavo il cinema. Ricordo che mio padre un giorno tornò a casa con una cinepresa 8mm e subito me l’accaparrai per realizzare i miei primi esperimenti filmici.
Era un artista anche suo padre?
Lui aveva studiato elettrotecnica, ma creò e diresse la parte commerciale della ditta di prodotti chimici per l’industria tessile che apparteneva a lui e ai suoi fratelli. Erano infatti tre i soci e proprietari della ditta, un’azienda della quale avrei dovuto far parte anch’io, ma per fortuna fu intelligente e saggio nel lasciarmi fare quello che mi piaceva.
Che cosa faceva con la 8mm?
All’inizio cercavo di realizzare veri e propri film a trama insieme agli amici.
Solo che il primo giorno venivano tutti, il secondo la metà e via via dopo una settimana mi lasciavano a piedi. Il film “dal vero” era bello, ma non potevo gestirlo se non avevo una struttura organizzativa. E così sono passato a fare documentari, ho iniziato con gli insetti che nei cartoni animati ho sfruttato parecchie volte, poi ho proseguito con i gatti…
E il disegno?
Il disegno era ancora lontano. In realtà non sono nato con la matita in mano, come molti possono pensare. Quando ero a scuola ricordo che disegnavo un sacco di omini buffi, ma niente che potesse far pensare a un futuro come autore di disegni animati.
Le piacevano i cartoni di Walt Disney?
Tantissimo, solo che mi spaventavano, non potevo neanche immaginare di potermi avvicinarmi a quegli standard.
Cos’è che l’ha spinta ad iniziare?
Forse la difficoltà di poter realizzare un film “dal vero” con attori reali, è da lì che ho cominciato a fare dei pasticci: le mie prime sperimentazioni animate.
Chi sono stati i suoi ispiratori?
Mi ricordo, durante un festival a Rapallo, dove mandai un mio filmino sugli insetti, che vidi un film di Norman McLaren disegnato su pellicola, lampo di genio ed autentica ispirazione per me… capii che si potevano fare anche cose diverse dai perfetti cartoni disneyani. Poi scoprii il cinema canadese e dei personaggini stilizzati che sembravano quelli che facevo io, altra grande fonte di ispirazione fu la Zagreb Film, una casa di produzione slava che disegnava storie assolutamente geniali e poi forse il vero colpo di fulmine fu quando vidi il film animato di Ward Kimball , Toot Whistle Plunk and Boom, l’ideatore di Disneyland per intenderci, un cartone animato pieno di personaggi stilizzati ed originali. Il mio “Tapum, la storia delle armi” per esempio si rifà a quello stile.
Pensate che ho scoperto da pochissimo, me l’ha riferito un mio amico americano, che alla domanda “quale fosse il suo film d’animazione preferito”, Ward Kimball ha risposto “Allegro non troppo”. Potete immaginare la mia commozione!
L’ha mai conosciuto Ward Kimball?
Lo andai a trovare a casa sua molti anni fa, ora purtroppo è morto, ma era un tipo assolutamente eccentrico; nel suo immenso giardino, davanti a casa, aveva allestito una sorta di stazione ferroviaria in scala reale con tanto di treni che ogni tanto faceva muovere.
Cosa sta facendo adesso?
Adesso sto realizzando una serie televisiva per la Rai che si intitola “I Cosi” che sono dei micro personaggi che vivono nel “Cosakistan”. La storia racconta che in questo Cosakistan passano i “Cosoni” che saremmo noi umani. Ogni volta che passano, questi “Cosoni” perdono qualcosa, un orologio, un braccialetto… e tutte le volte i “Cosi” si riuniscono per definire che cosa può rappresentare lo strano oggetto caduto nel loro mondo.
Come lo sta realizzando?
E’ tutto in 3D ed è un lavoro che sta venendo molto bene, 26 puntate da 10 minuti l’una circa. Lo sto realizzando insieme alla Maga Animation Studio di Massimo Carrier Ragazzi (bravissimo e bravissimi!), speriamo che alla Rai vengano apprezzati! Contemporaneamente sto scrivendo una sceneggiatura per un lungometraggio, insieme a Nicola Ioppolo, un collaboratore che mi ha aiutato ne “La famiglia spaghetti”.
Di cosa si tratta?
È un sequel riguardante le storie di Vip e SuperVip.
Prossimamente al cinema?
No, in realtà è una sceneggiatura che sto scrivendo perché mi piace e perché ho voglia di portare avanti una mia ricerca. Poi vedremo. Male che vada, una volta fatto il set-up in 3D del personaggio, magari faccio un cortometraggio con MiniVip.
Nell’anno 2005 come sarebbero Vip e SuperVip?
Non li cambierei molto e comunque avrei già un’idea anche per un eventuale adattamento al 3D.
Qual è stato il momento chiave della sua svolta artistica?
C’è un aneddoto molto carino a proposito. Nel periodo della maturità classica, (di giorno studiavo e di notte disegnavo), su consiglio di un amico di mio padre portai a Cannes il mio primo importante lavoro animato “Tapum, la storia delle armi”, un cortometraggio della durata di 10 minuti circa. Nel 1958 a Cannes, in concomitanza alla proiezione del mio cortometraggio all’interno di una piccola sala, a pochi metri di distanza c’è la proiezione di un importante film con Sophia Loren, nella mega sala allestita per il festival ufficiale del cinema.
Il famoso critico del Giorno, Pietro Bianchi, stanco di vedere quel noioso film con la Loren se ne esce dalla sala per tornare in albergo. Mentre passa dalla hall del padiglione sente una musichetta provenire dalla sala dove, proprio in quel momento, stanno proiettando il mio film, incuriosito si siede e divertito se lo guarda fino in fondo. Il giorno dopo a caratteri cubitali, sul Giorno esce nella pagina dello spettacolo un articolo provocatorio che titolava: “Meglio Bozzetto della Loren”. Dal giorno seguente inizio a ricevere decine di telegrammi, la gente comincia ad accorgersi e a credere in me, con quell’articolo, con quel colpo di fortuna, credo di aver bruciato dieci anni di gavetta!
Si ricorda qualche altro momento importante della sua carriera?
Beh, sicuramente la nomination all’Oscar del 1991 per “Cavallette” nella sezione cortometraggi animati. Era l’anno di Balla coi lupi, mi ricordo che incrociai anche Kim Basinger e rimasi folgorato, dal vivo era ancora più bella.
Chi le ha soffiato l’Oscar?
Nick Park con “Creature Confort”. Non avrei mai potuto vincere, il suo corto era nettamente migliore del mio. Interamente animato in plastilina, era incentrato su interviste fatte agli animali dello zoo che raccontavano della loro vita all’interno delle gabbie, il tutto usando le voci degli stranieri che in quel periodo vivevano a Londra, registrate da Park a loro insaputa.Assolutamente geniale!
Parliamo del “Bozzetto Style”, come nascono i suoi personaggi?
Tutto nasce da una storia, da un’idea, mai da un personaggio.Può sembrare assurdo ma mi sento più sceneggiatore che disegnatore. Il disegno è solo un tramite, qualcosa che viene sempre in seconda battuta. Prima c’è la storia, poi il personaggio. Vorrei citare una frase che qualche tempo fa sentii da un bambino; alla domanda “che cos’è un disegno” lui rispose “è un’idea con intorno una linea”. Questo è quello che penso. Se non c’è un’idea non parte niente. Oltretutto penso di aver avuto una grande fortuna per la mia carriera, quella di non aver mai studiato disegno e quindi di essere stato costretto a cercare uno stile che potesse sopperire ad una mancanza artistica.
Qual’è la situazione del mercato del cinema di animazione a livello internazionale e nazionale?
Internazionale direi ottima, in questi ultimi anni al botteghino i film di animazione incassano più dei film “dal vero”. Per quanto riguarda il mercato nazionale direi scarsa; dopo gli ultimi flop di titoli come “Totò Sapore e la magica storia della pizza”, “Opopomoz” ed “Aida degli alberi”, sembra essersi chiusa ogni possibilità di produrre a breve qualsiasi progetto animato.
Eppure “La gabbianella e il gatto” era andato bene…
Tutto è partito da lì. Visti gli ottimi incassi, il mercato italiano ha spinto tantissimo per produrre subito altri lavori, ma evidentemente deve essere stato usato un metodo sbagliato o forse una certa sete di guadagno, tipica dei produttori bottegai del nostro paese, ha fatto produrre troppo frettolosamente progetti non all’altezza delle esigenze del pubblico. Doveva partire pure un mio film intitolato “Mammuk”, ma per colpa dei fiaschi già menzionati è rimasto in cantiere pure lui.
Nessuna speranza quindi?
La sceneggiatura l’ho venduta all’Animation Band e non ne so nulla per ora, l’unica certezza è che non lo vedremo sicuramente a breve.
Una curiosità: come si snoda l’epopea del Signor Rossi e quando la vedremo finalmente in dvd?
Il Signor Rossi è composto da 12 mediometraggi di 20 minuti che abbiamo sistemato in modo che ogni quattro episodi compongano un film da 80 minuti.
Per quanto riguarda la pubblicazione in dvd non so ancora niente, per ora l’unica distribuzione è in Germania, dove ho scoperto che il Signor Rossi è diventato una vera e propria icona. Ho saputo inoltre che alcuni episodi verranno trasmessi prossimamente a tarda notte, in un programma Rai.
Una parentesi sul suo unico film non d’animazione “Sotto il ristorante cinese” del 1987 con Amanda Sandrelli e Nancy Brilli. Cosa ricorda?
Non tanto. L’idea per questo film mi venne perché rimasi folgorato da “Ritorno al futuro”. Per il resto lo ricordo come un’esperienza molto stressante, tanti problemi tecnici, situazioni metereologiche che allungavano la tabella di marcia, problemi interpersonali tra attori e tecnici, i ritardi che si accumulavano… non penso di essere mai stato particolarmente predisposto a girare film dal vero. Tant’è che dopo quell’esperienza non ci ho più pensato.
Torniamo all’animazione. La Walt Disney ha annunciato che accantonerà i progetti a disegno animato, che cosa ne pensa?
Non credo molto a questa notizia, non è possibile accantonare una parte di storia del cinema. Il disegno animato offre una poesia, una profondità che il 3D non avrà mai.
Cosa ne pensa del cartone animato giapponese?
I giapponesi realizzano dei bellissimi fumetti animati con sfocature, ombre ed inquadrature stupende, ma a volte li considero un po’ troppo lontani dalla nostra realtà. Grande bellezza, ma spesso anche grande leziosismo.
E Hayao Miyazaki?
Mi piace tantissimo, un titolo su tutti “Porco Rosso”. Uno dei suoi primi capolavori, quando l’ho visto ho subito telefonato in Rai perché lo comprassero per la distribuzione italiana.
Come le sembra invece il mercato americano?
Senza dubbio sono dei grandi professionisti. In casa loro tutto è “terribilmente” perfetto.
Alcuni titoli che le sono piaciuti?
“Alla ricerca di Nemo” è bellissimo, lo considero il “Bambi” dei giorni nostri, in quell’oceano sono riusciti a ricreare lo stesso concetto magico e fantastico che viene rappresentato nella foresta di Bambi. E comunque tutte le produzioni Pixar sono imperdibili.
Che cosa ne pensa del dvd?
Tutto il bene possibile. Ho sempre odiato le cassette, con la loro scarsa qualità e tutto quel macchinoso avanti e indietro. Con il dvd abbiamo una qualità ottima, anche se temo già l’avvento di un nuovo formato.
Titoli fondamentali in dvd per approfondire e far conoscere i grandi film legati all’animazione.
Fantasia, Bambi, Yellow Submarine e L’era glaciale che forse è un film che si avvicina di più al mio gusto, alla mia ironia e a quello che considero il mio stile.
Cosa le piacerebbe vedere pubblicato in dvd?
Delle collezioni di cortometraggi animati. Siamo pieni di Festival Internazionali e di grandi professionisti, non sarebbe male vederli riuniti in qualche pubblicazione.
Cosa non le piace del mercato dvd?
La vastità dei titoli, sono talmente tanti che non ci si raccapezza più.
Ha mai pensato ad un suo film prodotto dagli americani?
Ho un sacco di amici là, penso che avrei le possibilità, ma ancora non ho trovato “la chiave”. Mi sento e mi considero ancora un artigiano appassionato, se progetto un tavolo di legno devo assolutamente realizzarlo in proprio, come dico io. È questo il gusto che provo nel fare il mio mestiere. Se faccio fare qualcosa di mio agli americani so già in partenza che finirebbe col trasformarsi in qualcosa di simile alla mia idea originale e questo, per come sono fatto io, non mi interessa.
Si sente appagato quindi?
Assolutamente sì, quello che dovevo dire l’ho detto. Adesso sono in pensione, lavoro alle cose che più mi piacciono e penso soprattutto a fare wind-surf che è la mia grande passione sportiva.
La ringraziamo per la disponibilità e la gentilezza, e per tutte le curiosità sul suo lavoro che ci ha regalato.
Grazie a voi ed un abbraccio a tutti i lettori di DVD italy.
Bruno Bozzetto insieme al nostro direttore al termine dell’intervista.
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data: 09/12/2005