dal 1999 testimone di un’evoluzione

Montefiori cocktail: i gemelli Appetizer

“La bella musica non muore mai”

Figli d’arte, gemelli biovulari, i Montefiori Cocktail (Francesco e Federico Montefiori) riportano alla luce le atmosfere ed i colori del passato.

La loro musica è l’”Easy Listening” quel genere che oggi viene chiamato “Lounge Music”.

Stilisticamente si ispirano molto agli anni ’60 ed ai primi anni ’70, cercando di coglierne l’essenza, lo spirito e la vitalità.

Artisti di fama internazionale, sono presenti sul mercato con tre importanti raccolte ed un nuovo CD intitolato “Appetizer”, hanno firmato molte sigle per radio, spot e televisione, lasciando tracce anche nel cinema, dove due loro brani compaiono nella colonna sonora del film “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino.
Se volete sapere tutto sui Montefiori Cocktail vi consigliamo di visitare il loro sito all’indirizzo www.montefioricocktail.com

D: Come nasce il vostro progetto musicale?
MC: Siamo gemelli diversi, abbiamo personalità diverse e alla fine abbiamo imparato a suonare strumenti diversi.
Per molto tempo le nostre strade di musicisti sono state separate, poi all’età di trent’anni circa ci siamo trovati a lavorare assieme ad un nostro progetto che cercava di prendere spunti dagli insegnamenti di nostro padre, Germano Montefiori, un talentuoso ed appassionato sassofonista che ci ha trasmesso un bagaglio artistico molto importante. Rifarsi a nostro padre, un musicista della vecchia guardia, voleva dire riappropriarsi e recuperare un bagaglio forte e radicato attraverso un’esperienza che sentivamo forte dentro di noi. La nostra è una ricerca generazionale, cerchiamo di rivalorizzare le cose che fanno parte di una nostra cultura, di una nostra radice, di una nostra identità.

Qual’è la vostra idea di musica?
Che non esiste musica “vecchia” e “nuova”, ma musica “bella (o vera)” e “brutta (o falsa)”. La musica bella non invecchia mai, anzi, più il tempo passa più si prende coscienza della sua “consistenza”.

Parlateci di “Appetizer” il vostro ultimo CD.
Sono tutte cover, la metà sono grandi classici… evergreen per intenderci e l’altra metà sono successi di questi ultimi tempi. In tutte le varie composizioni abbiamo cercato di mantenere sempre la natura e l’identità originaria del pezzo. In questo nostro ultimo lavoro potrete trovare rivisitazioni di pezzi molto diversi tra loro come Hung Up di Madonna, Light My Fire dei Doors, Rewind di Vasco Rossi, Mas Que Nada…

Come vi sembra la musica di oggi?
Oggi si produce musica senza conoscerne il linguaggio, le fondamenta… con l’avvento del computer si è persa la conoscenza musicale sullo spartito.
Oggi la musica è seriale, si compone facendo dei “copia-incolla”, campionamenti e montaggi davanti ai monitor.

Anche voi però ci sembrate molto “virtuali”…
Certo, però nel nostro disegno musicale, cerchiamo di ragionare come un’orchestra del passato. Quando suoniamo dal vivo siamo sempre e solo in due, il nostro scopo non è quello di fare piano-bar, ma quello di proporre sul palco una vera e propria orchestra da ballo, raccogliendo e proponendo suoni e accordi come se fossero suonati da veri musicisti.

Quali generi hanno maggiormente influenzato il vostro percorso?
C’è tutto, dalla musica brasiliana a quella napoletana, non bisogna mai limitarsi a ripetere ed omaggiare sempre e solo un genere, variare è molto bello, perché significa cercare, scoprire e riscoprire.

Nel vostro genere siete molto apprezzati anche all’estero.
Abbiamo girato quasi tutta l’Europa e parte dell’America in tourné.
Prossimamente torneremo a Mosca per suonare in una festa esclusiva per super ricchi, dove si festeggia l’anniversario di una grande ditta.
Noi suoneremo durante il cocktail e dopo di noi ci sarà Goran Bregovic.

Come vi trovate all’estero?
Abbiamo avuto tante soddisfazioni, a dire il vero ci è sempre sembrato più facile trasmettere il nostro progetto musicale fuori di casa piuttosto che in Italia, dove spesso ci si trova a combattere in tanti per un piatto di lenticchie.

Ascoltando il vostro genere vengono alla mente film e compositori del passato tipo Armando Trovajoli, Piero Umiliani, Piero Piccioni, Nino Rota, Bacalov…
Fantastici! Praticamente tanti nostri miti.
Umiliani e Piccioni li abbiamo anche conosciuti di persona.

Com’erano?
Veri musicisti, sognatori all’ennesima potenza.
Parlare di musica per loro era come per una grande amante parlare di una bella donna. La musica era una passione pura e istintiva. Un mondo e un modo di sentire ormai estinto.

Perché oggi manca questa passione?
Perché tutto si riconduce al business, al guadagno ed all’immagine.

A proposito di ere storiche e d’immagine, quanto è importante secondo voi ricordare questi anni ’80?
Purtroppo gli anni ’80 sono stati l’inizio della fine.
Hanno creato l’arrivismo e lo “yuppismo”.
La nostra gioventù ha vissuto gli anni ’80 con una grande prospettiva che era il 2000. Ma questo 2000 si è rivelato una grande illusione, una grande bufala.

Perché?
Perché il 2000 è diventato l’era dell’iPod e del telefonino che ci perseguita.
Un’epoca dove le cose di valore si stanno sempre più sostituendo con cose inutili e ridondanti.

Ne “L’ultimo bacio”, il film campione d’incassi di Gabriele Muccino è presente anche un vostro brano (Hu Ha) che scorre durante la scena d’amore tra Stefano Accorsi e Martina Stella…
La selezione delle musiche venne fatta a Roma da una persona che noi conoscevamo benissimo, ha proposto il brano a Muccino, a lui è piaciuto e l’ha preso, costruendoci sopra un vero e proprio “videoclip”.

Qual è il vostro cinema preferito?
Sicuramente quello di Stanley Kubrick, una carriera con pochi film ma tutti dannatamente belli e perfetti! Il gusto di saper selezionare musica per i suoi capolavori poi… era qualcosa di straordinario.

Tre DVD da consigliare al pubblico.
8 ½ di Federico Fellini, 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick
e La decima vittima di Elio Petri, un film con un design ed una musica pazzesca.

Che cosa pensate del dvd?
Che potrebbe costare meno! Comunque è stata una grande invenzione, grazie a questo supporto si sta rivalutando il cinema del passato, soprattutto quel cinema di nicchia che rischiava l’estinzione.

Qualche prospettiva nel panorama cinematografico?
Siamo in contatto con Alessandro Piva, il regista de “LaCapaGira” e di “Mio Cognato”. Potrebbe esserci una futura collaborazione…

In bocca al lupo allora!
Speriamo di ascoltare presto una colonna sonora interamente vostra al cinema.

Crepi! Un saluto a voi e a tutti i vostri lettori.

data: 24/09/2006