dal 1999 testimone di un’evoluzione

La lettera scarlatta (2)

(CG)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 1.78:1 – DD 2.0 dm (ted)

Prosegue in modo spedito la riedizione di tutto il catalogo del cinema di Wim Wenders da CG Entertainment. È notizia di pochi giorni che entro la fine dell’anno tornerà in sala la versione restaurata di “Paris, Texas”, in prima mondiale assoluta al Cinema Ritrovato di Bologna. Gli altri titoli che la casa toscana ha riportato in home-video sono: una delle prime opere in assoluto, La lettera scarlatta del 1973, il seguito di “Il cielo sopra Berlino” cioè il controverso “Così lontano così vicino” (1991), uno dei suoi capolavori degli anni Novanta, Lisbon Story e il bistrattato (all’epoca) The Million Dollar Hotel con Mel Gibson e Milla Jovovich su un’idea di Bono degli U2 (autori anche della colonna sonora).

“La lettera scarlatta, un bellissimo romanzo molto americano di Nathaniel Hawthorne: quello era il mio secondo film, originariamente pensato per essere girato nel New England, dove apparteneva: Salem, Massachusetts. Abbiamo perso parte dei nostri finanziamenti, una lunga storia, non vi annoierò. Quando finalmente ho iniziato il film, ho dovuto girarlo, tra tutti i posti, in Spagna, e tutti i puritani erano interpretati da cattolici spagnoli. Il mio unico “indiano d’America” era un torero disoccupato. Poteva ancora funzionare. Gli attori possono lavorare con molti handicap. Quello che non ha funzionato è che abbiamo girato il film in un “villaggio occidentale” vicino a Madrid, dove in realtà hanno girato la maggior parte dei cosiddetti “Spaghetti Western” che molte persone credevano fossero stati girati in Italia. Ebbene, quelli si sono svolti principalmente in Spagna. (Posso provarlo anch’io.) Girare una storia che apparteneva alla costa orientale degli Stati Uniti nel mezzo della Spagna è ciò che ci ha fatto fallire. La storia non è sopravvissuta per essere trapiantata in un altro luogo. È caduta in pezzi.” Wim Wenders, A sense of places, Verlag der autoren, Frankfurt am Main, 2005

Nuova edizione (dopo la precedente della RHV uscita nel 2004) ma partendo dallo stesso master visto che al momento non è stato ancora restaurato e/o rimasterizzato. I menu sono decisamente minimal e la qualità video e audio è risultata sufficiente dato un quadro un po’ instabile, la definizione non altissima e una resa cromatica a tratti leggermente ballerina. E l’aspect-ratio non è quello cinematografico visto il formato 1.78:1 al posto del corretto 1.66:1. L’unica traccia audio è quella in dual mono in tedesco di buona qualità generale e ben supportata dai sottotitoli. Extra assenti.

VOTO:    2,5   

data pubblicazione: 06/2024