dal 1999 testimone di un’evoluzione

Isao Takahata

Il poeta dell’animazione giapponese

E’ un vero e proprio maestro del cinema d’animazione, ma in Italia lo conoscono (purtroppo in pochissimi) per “Una tomba per le lucciole” del 1988, struggente storia di due bambini messi di fronte all’orrore della guerra. Nato il 29 ottobre del 1936 a Mie esordì con la serie tv “Ken, ragazzo lupo”, ma già nel 1968 il suo stile poetico ed originale si potè intravedere nel classico “Horus: Principe del Sole” (da noi uscito con l’improbabile titolo “La grande avventura del piccolo principe Valiant”); già da questa fase della carriera Isao iniziò la sua collaborazione con l’amico, prima che collega, Hayao Miyazaki. I due passarono dopo qualche anno allo studio A-Pro per un breve periodo, dove firmarono – sempre in coppia – quindici episodi della prima serie di “Lupin III” ed il mediometraggio “Panda Kopanda”, che ha avuto un seguito qualche anno dopo. E’ proprio successivamente a questo periodo che Takahata si consolida definitivamente come maestro di anime, firmando la regia di veri e propri cult come “Heidi”, “Marco – Dagli Appennini alle Ande”, “Anna dai capelli rossi” e “Conan, il ragazzo del futuro”, famossimi anche in Italia grazie ai numerosi passaggi televisivi a partire dagli anni ottanta, senza dimenticare i due lungometraggi realizzati uno di seguito all’altro. Nel 1981 uscì al cinema “Chie la piccola monella”, adattamento di un manga comico ambientato nei quartieri popolari di Osaka e “Goshu il violoncellista”, ispirato da un racconto di Kenji Miyazawa è una produzione, curata dalla Oh! Production, effettuata in condizioni artigianali che si conclude dopo ben sei anni riuscendo ad approdare nelle sale nel 1982. Dopo numerosi lavori come produttore (da segnalare tra tutti Nausicaa nella valle del vento e Laputa castello nel cielo firmati Miyazaki) prima, sempre insieme a Miyazaki, fonda nel 1985 lo Studio Ghibli per poter essere più libero nel processo creativo, poi nel 1988 esce il lungometraggio che consolida la sua fama di maestro, “Una tomba per le lucciole”, capolavoro assoluto tratto dal romanzo di Akiyuki Nosaka. Tra l’altro in quest’anno il sodalizio con Miyazaki si fece ancora più forte: quest’ultimo infatti realizzò Il mio vicino Totoro, Takahata appunto “Una tomba per le lucciole”, ma la cosa curiosa fu che uscirono nelle sale giapponese abbinati, creando non poco scompiglio tra i bambini accorsi nelle sale, che prima rimasero ammaliati dalla tenerezza di Totoro (divenuto poi il simbolo dello Studio Ghibli) e un attimo dopo catapultati in un atmosfera di morte e tristezza. La storia che vede protagonisti Seita e la sua sorellina Setsuko ha fatto apprezzare Takahata prima in Giappone e successivamente in prestigiosi Festival come il Blue Ribbon Awards e qualche anno dopo al Chicago International Children’s Film Festival. Purtroppo il film non è mai stato distribuito nelle sale in Italia, ma è fortunatamente uscito in dvd grazie a Yamato. Successivamente ha realizzato altre interessanti opere come nel 1991 “Omohide poro poro”, storia di una giovane donna che si trova ad un bivio della sua vita e nel 1994 “Heisei tanuki gassen pompoko” il quale tratta del rapporto tra la natura e l’uomo visto da un gruppo di tanuki che rischia di perdere il proprio habitat a causa dell’espansione degli insediamenti umani. Nel 1999 dirige “Hōhokekyo tonari no Yamada-kun “, primo film interamente colorato ed animato digitalmente, è una appassionante storia familiare, dove il regista ci racconta come vivere felicemente la quotidianità della vita; la tecnica del film cambia radicalmente abbandonando il disegno tradizionale su acetato e rivolgendosi alla computer grafica, dando però l’impressione di un tratto grezzo, come se i personaggi fossero solo stati abbozzati su carta e ripresi.
Ma è notizia di pochi giorni fa che il prossimo film dello Studio Ghibli sarà firmato proprio da Isao Takahata, che torna alla regia dopo ben 10 anni dal suo ultimo lavoro. Si baserà su una famosa leggenda giapponese, Taketori Monogatari (Il racconto del tagliatore di bambù): una bambina viene trovata tra una pianta di bambù da un tagliabambù che l’adotta. La bambina cresce e diventa una splendida e corteggiata ragazza. Tanti i pretendenti che vogliono sposarla, minore il suo interesse nei loro riguardi. La giovane sottopone i suoi corteggiatori a cinque prove impossibili tanto che tutti ne escono sconfitti. Arriva il giorno in cui la ragazza rivela la sua vera identità e…
Speriamo proprio che questo prossimo lavoro possa approdare nelle sale italiane, se accadrà, sarà un’emozione unica!

FILMOGRAFIA ESSENZIALE:
1968: Horus – Principe del Sole
1981: Chie la piccola monella
1982: Goshu il violoncellista
1987: Storia del canale della Yanagawa (documentario)
1988: Una tomba per le lucciole
1991: Omohoide poro poro
1994: Pom Poko
1999: Hōhokekyo tonari no Yamada-kun
2010: Taketori Monogatari (titolo provvisorio)

photo: Takahata fresco vincitore del Pardo d’onore al Festival di Locarno 2009.
© AP Photo/Keystone, Martial Trezzini

data: 28/08/2009