dal 1999 testimone di un’evoluzione

Il ragazzo e l’airone

(Lucky Red)

DATI TECNICI: 16:9/ltbx 1.85:1 – DD 5.1 (ita, gia)

“Quando uscì Si alza il vento [Kaze tachinu, 2013] sembrava che l’addio di Miyazaki alla regia fosse definitivo, soprattutto per il porsi del film come sintesi finale di tutte le ossessioni e le tematiche che, a partire da Conan il ragazzo del futuro [Mirai shōnen Konan, diretta Hayao Miyazaki, Keiji Hayakawa e Isao Takahata,1978], hanno attraversato il suo cinema. Evidentemente, quel film non era abbastanza. Così, a dieci anni di distanza e dopo una travagliata produzione, esce Il ragazzo e l’airone [Kimi-tachi wa dō ikiru ka, 2023], titolo voluto dallo stesso Studio Ghibli per il mercato occidentale, ma che non restituisce la forza e il senso di quello originale: E voi come vivrete?
Ispirato al romanzo di Genzaburō Yoshino, il film ha subito una serie di modifiche in corso d’opera, tali e tanti sono stati gli avvenimenti che hanno portato Miyazaki a riflettere non solo sul tema centrale dell’opera ma anche sulla propria vita e sul proprio ruolo d’artista. Il ragazzo e l’airone è la storia del giovane Mahito che, dopo aver perso la madre durante un attacco nemico con bombe incendiarie, si trasferisce con il padre nella magione della zia. L’integrazione, a casa come a scuola, è impossibile: Mahito è profondamente depresso, non accetta la morte dell’amata madre e soprattutto non accetta che la zia (sorella di sua mamma) ricopra il ruolo di nuova figura materna. Il padre, d’altronde, è per lo più assente, impegnato nella fabbrica per costruire elementi essenziali per gli aerei. A infastidire la quotidianità di Mahito vi è poi un airone cenerino, che si rivela essere una creatura magica che lo invita a entrare in un mondo fantastico: un luogo nascosto, celato in una torre misteriosa dove, anni prima, il prozio è scomparso. Una volta superata la soglia, Mahito vivrà una serie di avventure straordinarie in quella che risulta essere una dimensione slegata dal tempo e dallo spazio, custodita dal prozio che è rimasto a vivere lì e che, data la vecchiaia, è in cerca di un erede che prenda in mano le redini di quel mondo e ne garantisca la sopravvivenza. Come anticipato, Il ragazzo e l’airone è cambiato nel corso dei sette anni di produzione. Inizialmente doveva essere un film per il nipote, una sorta di regalo che il nonno Miyazaki voleva fare a lui e alle nuove generazioni. Poi avrebbe dovuto essere un personale tributo a Isao Takahata, co-fondatore dello Studio Ghibli ma anche maestro di Miyazaki. È con lui, infatti, che Miyazaki ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo dell’animazione giapponese, lavorando ad alcune delle produzioni più importanti degli anni Sessanta e Settanta. È con lui che ha vissuto la produzione di un film anticipatorio e visionario come La grande avventura del principe Valiant [Taiyō no ōji – Horusu no daibōken, 1968], clamoroso fallimento ma dalla potenza immaginifica che già segnava le linee direttrici del futuro cinema di Takahata. È con lui che ha potuto lavorare a Panda! Go, Panda! [Panda kopanda, 1972], mediometraggio che anticipa di quindici anni Il mio vicino Totoro [Tonari no Totoro, 1988]. Ed è con lui che ha potuto lavorare a titoli imprescindibili della storia animata giapponese come Heidi [Arupusu no shōjo Heidi, creata da Sean Jara e diretta da Isao Takahata, 1974], Marco (Dagli Appennini alle Ande) [Haha o Tazunete Sanzen-ri, diretta da Isao Takahata e tratta dal romanzo Cuore di Edmondo De Amicis, 1975] e soprattutto Anna dai capelli rossi [Akage no Anne, diretta da Isao Takahata e Shigeo Koshi, 1979]. Takahata, pur essendo un maestro, un socio e poi una sorta di rivale con cui – come testimonia Toshio Suzuki nel libro I geni dello Studio Ghibli (Dynit edizioni) – era sempre in competizione per dimostrare la sua superiorità artistica, è sempre stato un faro e un’ispirazione. Ma quando è morto nel 2018, il film ha preso un’altra piega ancora, virando su quella che è una sorta di riflessione privata e intima sulla propria vita e su come il suo lavoro abbia portato a molte e dolorose rinunce.” parte iniziale dell’imperdibile approfondimento di Andrea Fontana sul film e non solo per “Lo specchio scuro”.

Magistrale edizione Lucky Red, da massimo dei voti (con lode). Le edizioni dedicate allo Studio Ghibli sono sempre state curate in ogni minimo dettaglio ma qui siamo di fronte alla pura perfezione. L’edizione si presenta in elegante packaging cartonato e con bellissime grafiche, all’interno troviamo il classico box (trasparente) con grafiche differenti (anche nel retro fascetta) rispetto al box esterno e l’interessante booklet di approfondimento. Riversamento tecnico impeccabile: aspect-ratio originale 1.85:1 perfettamente mantenuto e, cosa più importante, sequenze di titoli di testa e coda lasciati fortunatamente inalterate. Croma, definizione, stabilità, compressione, luminosità: tutto al massimo delle potenzialità del formato, tutto perfetto. Validissima anche la sezione sonora: le due tracce sono grandiose con una calibratissima gestione dei canali surround ed una cristallina riproduzione della colonna sonora (come sempre bellissima e ad opera di Joe Hisaishi); la traccia in lingua italiana ci è sembrata leggermente più piatta e registrata ad un livello più basso. Convince anche la sezione extra composta da una serie di interviste (a Honda, a Hisaishi, a Suzuki) per un totale di 35 minuti circa (ma nessuna intervista al regista). Oltre a queste troverete l’interessante filmato “Disegnando con Honda” (26’) – che ci svela alcuni trucchi del mestiere di animatore – ed il trailer italiano. Un film bellissimo ed un’edizione DVD epocale, da non perdere!

VOTO:    5   

data pubblicazione: 11/2024