Il magico tocco di Ernst Lubitsch
Ernst Lubistch, nato a Berlino nel 1892 e morto in California nel 1947, è da considerarsi uno dei più grandi maestri della commedia americana, sicuramente il cineasta che vanta il maggior numero di imitatori.
Tanti sono i registi che (nel bene o nel male) hanno cercato di arricchire i propri lavori con il famoso “Lubistch touch”, il tocco alla Lubistch; ciò che Billy Wilder (suo illustre allievo) interpreta come capacità di dare anche ai minimi particolari la brillantezza e la leggerezza dell’arguzia.
Lubistch studia arte drammatica con M. Reinhardt, nel 1913 esordisce nel cinema come attore e nel 1918 passa alla regia.
I film da lui diretti in Germania sono numerosi, la maggior parte ispirati a commedie e operette.
Da segnalare “La principessa delle ostriche” (1919), film nel quale manifesta da subito la propria genialità nel realizzare opere leggere con straordinaro garbo e intelligenza.
Giunto negli Stati Uniti, contribuisce a rivoluzionare i canoni della commedia.
“Matrimonio a quattro” (1924), “La zarina” (1924), “Il ventaglio di Lady Windermere” (1925), sono alcune delle opere che dietro un impianto narrativo spesso fragile, riescono a costruire splendide metafore, che si pongono sia come riflessioni sulla natura dello spettacolo cinematografico, che sul pubblico cui erano destinati i suoi lavori.
Le trame di questi film sono spesso simili, strutturate su un intrigo amoroso, il più delle volte ambientato in un contesto elegante e raffinato che rappresenta per lo spettatore americano il mondo affiscinante dell’Europa della Belle Epoque.
Nel tempo Lubitsch affina il proprio registro, facendo ricorso ad un impianto, quello della “sophisticated comedy”, che poggia su un intreccio complesso ma piacevole, personaggi leggeri e con una chiave interpretativa sempre rimessa al metro dell’ironia.
Bersaglio congeniale della sua satira è la vecchia Europa, di cui mostra con “Il principe consorte” (1929) e “Montecarlo” (1930), la sostanza obsoleta nascosta dietro manìe di grandezza formale.
Inoltre spesso ritroviamo nella struttura delle raffinate commedie lubitschane il gusto del doppio, dei due mondi che avanzano parallalellamente, dei due universi nel contempo simili e diametralmente opposti tra di loro.
L’avvento del sonoro dà ancor più impulso all’attività di Lubitsch che si dedica prima alle velleità piccolo-borghesi di un timido impiegato “Se avessi un milione” (1932), poi alle conseguenze drammatiche di una contesa amorosa di più uomini innamorati della stessa donna “Partita a quattro” (1933).
Dopo la trascrizione dell’operetta di Lehar “La vedova allegra” (1934), Lubitsch incontra Greta Garbo con la quale gira “Ninotchka” (1939), ironica rappresentazione del burocratismo bolscevico. Ma è prima di morire che il regista gira i suoi film migliori: “Vogliamo vivere” (1942), che ridicolizza il comportamento folle della Germania nazista ed “Il cielo può attendere” (1943), storia di un dongiovanni che racconta al demone, portiere dell’inferno, il proprio debole per le donne ma, in fondo, il grande amore
per la moglie. Successivamente firma “Fra le tue braccia” (1946) – uscito recentemente in dvd – commedia nera, tratta dal romanzo “La carriera di Cluny” di Margery Sharp.
Muore dopo nove giorni di riprese sul set de “La signora in ermellino” (1948), ma il tocco di Lubitsch rimarrà indissolubile per sempre.
Filmografia essenziale:
Madame Dubarry (1919)
La principessa delle ostriche (1919)
Sumurun (1919)
Carmen (1919)
Kautsch (1919)
Anna Bolena (1920)
Das Weib des Pharao (1921)
Die Flamme (1922)
Rosita (1923)
Matrimonio a quattro (1924)
Il ventaglio di Lady Windermere (1925)
The student prince (1927)
Il principe consorte (1929)
Montecarlo (1920)
L’allegro tenente (1931)
Se avessi un milione (1932)
Broken Lullaby (1932)
La vedova allegra (1934)
Angelo (1937)
Ninotchka (1939) – in dvd Warner –
Scrivimi fermo posta (1940)
Il cielo può attendere (1943) – in dvd Fox –
Scandalo a corte (1945)
Fra le tue braccia (1946) – in dvd General –
La signora in ermellino (1948)
data: 11/06/2006