Il Cinema Segreto Italiano
Fondazione Prada è il partner della “Storia segreta del cinema italiano” alla 61. Mostra Internazionale d´Arte Cinematografica
L´avvio di un cantiere per il recupero e il restauro di film ´invisibili´
Il Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia Davide Croff e il Presidente della Fondazione Prada Miuccia Prada presentano a Venezia, a Palazzo Querini Dubois, il progetto Storia Segreta del Cinema Italiano, che prende avvio nell´ambito della 61. Mostra Internazionale d´Arte Cinematografica, 1 – 11 settembre 2004.
Anche nel cinema esistono due storie: la storia ufficiale, quella che ci viene insegnata, e una storia segreta, considerata a torto “minore”, quella dove si trovano le vere cause degli avvenimenti. Il Settore Cinema della Biennale di Venezia vuole aprire, con il sostegno della Fondazione Prada e dei più prestigiosi partner istituzionali, un cantiere per il recupero, il restauro e la riscoperta sistematica del cinema italiano dimenticato, invisibile, sconosciuto o misconosciuto: una Storia Segreta del Cinema Italiano. La retrospettiva della Mostra 2004 costituirà dunque solo l´inizio di un processo di studio e riproposta, che si articolerà attraverso un calendario di Attività permanenti che continueranno nell´arco di un quadriennio, approfondendo e diversificando le scoperte.
Il primo segmento del progetto, che interesserà il Settore Cinema della Biennale a partire dalla 61. Mostra, ha per titolo Italian Kings of the Bs, e prevede 20 – 25 film di genere, selezionati in base ad un rapporto tra grande importanza e grande invisibilità: film invisibili almeno da un decennio, restaurati e ricostruiti nella loro versione più giusta e integrale. I fermenti del Nuovo Cinema Italiano (dagli anni ´30 in poi) si sono sviluppati anche perché, in parallelo alla loro crescita, su un terreno “inferiore”, quello delle “pratiche basse” del cinema, autori ed artigiani provavano ad inventare il primo vero “cinema di genere” italiano, un cinema spettacolare che sfondava sui mercati senza mai rinunciare alla propria carica innovativa, tanto stilistica quanto tematica: accanto ad alcuni piccoli classici dei registi già di culto si è scelto di mostrare alcune vere e proprie riscoperte d´autore.
I “padrini” di questa retrospettiva sono due grandi cineasti americani, Quentin Tarantino e Joe Dante, profondi conoscitori del nostro cinema.
La Fondazione Prada, impegnata da anni nella produzione tramite mostre, cataloghi e convegni di interventi e testimonianze sui linguaggi contemporanei quali fotografia, video, scultura, architettura e cinema, sarà il partner privato del progetto, in una logica che la vede proiettata nell´esplorazione dei nuovi orizzonti della visione.
Il progetto Italian Kings of the Bs sarà curato da Marco Giusti e Luca Rea, in collaborazione con i principali studiosi italiani e stranieri del cinema di genere. Italian Kings of the Bs non sarà soltanto una programmazione retrospettiva della 61. Mostra, ma segnerà l´avvio di un cantiere di recupero e restauro sistematico, che contribuirà ad una ulteriore diffusione dei film. Oltre alle opere presentate in pellicola, infatti, copie dei film restaurati in alta definizione potranno circolare dopo la Mostra, secondo accordi tra aventi diritto e distributori, sia in alcune sale italiane già attrezzate per proiezioni in alta definizione, sia come piccole collane di Dvd presso i principali editori italiani video. Saranno presenti a Venezia, accanto a Tarantino e Dante, i registi Sergio Sollima, Umberto Lenzi, Sergio Martino, Lamberto Bava, così come molti degli attori, sceneggiatori, scenografi e direttori della fotografia dei film presentati.
Il progetto si avvale di un contributo straordinario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il principale partner istituzionale dell´iniziativa è la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema. All´iniziativa hanno dato un importante sostegno anche: la Cineteca Italiana di Milano, la Cineteca del Friuli e il C.E.C. – Centro Espressioni Cinematografiche di Udine.
Hanno aderito al progetto i principali distributori italiani video (tra gli altri: Medusa Video, Minerva Video, e-mik Dolmen, Surf Video, Alan Young, Warner Video).
Un piccolo circuito di sale di cinema digitale che proietteranno le copie in alta definizione dei film restaurati verrà allestito sia all´interno del circuito Agis che da quello di Medusa Cinema. Accanto alla proposta di Italian Kings of the Bs, la Storia Segreta del Cinema Italiano recupererà per la 61. Mostra anche una parte del lavoro di ´salvataggio´ dell´underground italiano degli anni ´60: la prima fase prevede, infatti, il restauro di film di Baruchello, Grifi e Scavolini.
Nicola Mazzanti avrà la supervisione generale dei restauri e recuperi in alta definizione. A lui, a Morando Morandini e a Pino Farinotti, infatti, è stata affidata una più ampia mansione di “Comitato Ordinatore” della Storia Segreta del Cinema Italiano; accanto alla riproposta del cinema di genere degli anni ´50 -´70, che nella programmazione Italian Kings of the Bs è invece curata da Marco Giusti e Luca Rea, il progetto più generale si propone di restaurare e recuperare tutto il cinema italiano invisibile, precisando il taglio filologico di ogni recupero: l´underground degli anni ´60 -´70, di tutti quegli autori importanti e dimenticati di cui non sia stato ancora ricostituito un corpus consultabile.
All´interno della programmazione prevista per la Mostra, verrà presentato da Quentin Tarantino un omaggio speciale a “Fernando Di Leo, the Boss”. La stima del regista americano nei confronti di Di Leo è ampiamente dimostrata in una sua dichiarazione: “Durante la mia adolescenza lavoravo come commesso in un video-store di Santa Monica ed è stata significativa per la mia professione una delle prime cassette che ho visto: I padroni della città. Non sapevo che il film fosse italiano e neanche avevo mai sentito il nome di Fernando Di Leo: ricordo soltanto che dopo quella visione rimasi totalmente folgorato. Di Leo aveva realizzato fra le strade di Roma una storia di gangster che avrebbe potuto benissimo essere stata girata da Don Siegel: c´era la stessa grinta nella regia, la stessa secchezza dei grandi noir americani. E Jack Palance, poi, era semplicemente grandioso nella parte dello sfregiato. Dopo I padroni della città ero ossessionato e sistematicamente mi sono messo a cercare e a vedere gli altri film che aveva diretto Di Leo. Il primo che mi capitò fu La mala ordina che, secondo me, nel genere poliziesco, rimane un vero e proprio capolavoro. Ricordo bene l´impatto che ebbe su di me questo piccolo macrò italiano, che veniva ingoiato dal giro grosso e da New York gli mandavano contro la coppia di killer formata da Henry Silva e Woody Stroode. Ragazzi, credo proprio che Di Leo in quel film abbia dato il massimo di sé. C´è poi un inseguimento pazzesco fra il pappone e quello che gli ha ucciso la moglie e la figlia, che dura almeno un quarto d´ora e lui a un certo punto salta su un camioncino e spacca il parabrezza a testate! Sì, proprio con la testa, incredibile, semplicemente fantastico! Solo un grande regista poteva immaginarsi e girare una scena così lunga senza far mai calare la tensione un istante. Dopo beccai Il boss, che in America è stato distribuito come Whipeout!, un altro capolavoro pieno di amarezza e di crudeltà, interpretato ancora dal mitico Henry Silva, che fa un killer della mafia che massacra tutti per raggiungere la vetta del potere, e da Richard Conte. La cosa che mi piace nei personaggi di Di Leo è che sono dei delinquenti figli di puttana, ma mai tipizzati, fasulli. E inoltre c´è sempre un´ironia di fondo, anche nelle cose più truci che vengono messe in scena, che rende i suoi film veramente unici. I miei debiti nei confronti di Fernando sono tanti, di passione e anche cinematografici” (“Nocturno”, settembre 2003).
Che stupenda iniziativa! Finalmente l´Italia e il cinema italiano pensa in grande creando non solo una retrospettiva (come spesso accade con copie disastrate…) ma un progetto a largo raggio, coinvolgendo personaggi di tutto rilievo del cinema mondiale. Il fatto che Quentin Tarantino abbia accettato è un forte segnale: noi italiani abbiamo sempre bistrattato il nostro (grandissimo) cinema e finalmente grazie a queste iniziative e a dvd sempre più numerosi gli si renderà finalmente giustizia. Speriamo che le case home-video possano realizzare dvd all´altezza con edizioni curate ed intelligenti, proprio come sta facendo la RHV con La maschera del demonio di Mario Bava, oppure tutta la nuova linea Rarovideo con i capolavori – appunto – di Fernando Di Leo. Speriamo inoltre che anche le altre aziende, piccole e grandi che siano, possano pubblicare numerosi titoli perchè – come segnalato nel comunicato ufficiale – c´è ancora tantissimo cinema italiano segreto… e la missione è proprio questa… di svelare ogni segreto del cinema italiano.
Noi di DVD italy webzine seguiremo da vicino questo progetto e vi anticipiamo che nei prossimi mesi ci saranno numerose novità in merito, con interviste e speciali dedicati proprio a questo evento. Oltre a tutto questo ci renderemo disponibili per eventuali scambi d´informazione per questo progetto, per dare qualche ulteriore titolo rimasto per troppo tempo nel dimenticatoio e per mettere a disposizione il nostro know-how per le aziende home-video coinvolte. Invitiamo tutti i nostri lettori a segnalare – nella sezione Dream List – tutti i titoli underground che vorrebbero vedere in dvd. La lista definitiva la inoltreremo tra qualche mese ai responsabili del progetto, ripetiamo stupendo, del Cinema Segreto Italiano.
data: 28/07/2004