Cronache dalla sala – Il gelido inverno del cinema di primavera
Il gelido inverno della distribuzione cinematografica sembra coincidere con i primi tepori della primavera, da oltre un mese si alternano sui nostri schermi “titolucci” senza sostanza e senza futuro. Futili commediole, horror in naftalina, thriller di terza fascia e balorde “italianate” fanno da cornice al ritratto di un cinema scialbo e dal fiato corto. E’ difficile mantenere una continuità di titoli per una stagione intera, 12 mesi da riempire con almeno quattro o cinque uscite settimanali significa un grande sforzo da parte di un’industria assolutamente impreparata a gestire qualità e coerenza produttiva.
Passata la curiosità per l’Alice di Tim Burton, sui flyers (i volantini dei cinema) sono cominciate a comparire da diverse settimane le locandine più disparate. I titoli parlano chiaro, se si esclude “It’s complicated – E’ Complicato” l’ultima sana commerciale commedia con Meryl Streep e l’interessante “Dragon Trainer” il cartone digitale Dreamworks, tutto il resto è un susseguirsi di pellicole inconsistenti che farebbero fatica a trovare spazio anche nel cestone di un supermercato.
Dai “Daddy Sitter” John Travolta e Robin Williams, al Mel Gibson di “Fuori controllo”, dai vampiri assatanati di Daybreakers all’ultima commediola acchiappa teenager ”Remember Me”, senza dimenticare il pretenzioso “Legion”, l’italiano “La vita è una cosa meravigliosa” e gli imminenti colossal “Agora” e “Scontro tra titani”, le programmazioni sono un susseguirsi di cloni e di titoli anonimi che cercano di temporeggiare per qualcosa di più importante che dovrà venire.
Il cinema non va più in vacanza e questo è un problema, soprattutto per il povero pubblico dipendente dal comodo ventre della multisala che, in tempi di magra come questi, è costretto a sorbirsi i sedimenti e gli scarti della cinematografica americana e non solo.
Guardando questo cinema zoppicante e spesso inutile ci viene da pensare che da parte degli autori e produttori d’oltreoceano, oggi ci sia più coraggio e voglia di sperimentare nei numerosi serial televisivi piuttosto che nei film ufficiali; sarà per il minore rischio budget, per i diversi costi nella distribuzione e per il minore stress da prestazione, sta di fatto che ormai gli esperimenti più interessanti si godono nei canali satellitari attraverso serie inquietanti e pulp come “Dexter” o “Trueblood”, affascinanti sperimentazioni sul tempo e sullo spazio come “Flashforward” o “Caprica”, felici remake dal passato quali “The Prisoner – Il prigioniero”, “Visitors” oppure “Survivors – I sopravvissuti”, prodotti che ci fanno pensare a come il dinosauro cinema, rispetto alla più fresca e flessibile televisione, stia diventando sempre più una difficile strada per proporre e plasmare qualcosa di nuovo.
data: 06/04/2010