Cronache dalla sala – Angeli e demoni
Un mystery da minimo sindacale.
“Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così”… torna sul grande schermo Tom Hanks nella parte dell’arguto professore di simbologia Robert Langdon nel film “Angeli e demoni” in uscita da poco nelle sale italiane. Dopo “Il Codice Da Vinci” la premiata ditta formata dallo scrittore Dan Brown e dal regista Ron Howard ci riprova con una sorta di prequel del precedente film campione di incassi e di sbadigli.
Storia dell’arte, esoterismo spicciolo, thriller, Indiana Jones e filosofia New Age sono gli ingredienti di questa nuova produzione marcata Sony Pictures. In questo nuovo polverone mediatico, ambientato nella Roma Vaticana dei giorni nostri, tutto si intreccia con equilibrismi metafisici da fare invidia a un quesito della Susi de “La settimana enigmistica”; il Bernini, Galileo, gli Illuminati, il Conclave, il CERN, i quattro elementi, l’archivio segreto del Vaticano e (giusto per non farsi mancare nulla) l’antimateria.
Tanto clamore per una ridicola caccia al tesoro piena di banalità e di
stupidaggini. Sicuramente l’azione aumenta rispetto al precedente lavoro, ma non può certo bastare per dare lustro a un’opera scialba pensata per una platea televisiva.
La cosa che lascia più perplessi (oltre all’espressività di Tom Hanks) è la massiccia risposta del pubblico per questo tipo di storie sul grande schermo, nonostante il deludente Codice Da Vinci, la pappetta riscaldata di Ron Howard (complice anche un battente “teaser marketing”) continua a richiamare greggi di proseliti.
E così, alla fine del film, vuoi per le musiche, vuoi per le atmosfere, anziché uscire da una sala cinematografica sembra di uscire da una lunga e interminabile messa cantata… con la voglia di tornare a casa per rifarsi la bocca con un bel “Hitchcock” d’annata.
data: 14/05/2009