Cronache dalla sala – “Albakiara”
… e la nuova spazzatura pulp italiana
Con AlbaKiara di Stefano Salvati (celebre regista di videoclip) sembra aprirsi un nuovo ciclo di cinema Pulp italiano che dovrebbe proseguire con “Un gioco da Ragazze” di Matteo Rovere e culminare con “Il passato è una terra straniera” di Daniele Vicari… storie di droga, sicari, giovani alla deriva, inseguimenti e pistole.
Non sarebbe ora (oltre alle scuole) di cominciare ad occupare anche le multisala e le case di distribuzione?!?
Terrificante! Questa è l’aggettivo adatto per commentare il film AlbaKiara uscito lo scorso week-end nelle sale.
Da tempo non si vedeva niente di così terribile e parlando di cinema ufficialmente distribuito… forse non lo si era ancora visto.
Dal titolo pensavamo di trovarci di fronte all’ennesimo film generazionale con giovincelli in crisi alla ricerca d’amore e invece questa volta quelli della Mikado insieme al regista Stefano Salvati l’hanno fatta davvero grossa!
AlbaKiara: storia che si spaccia come il ritratto tragico dei giovani di oggi, è sì un pugno nello stomaco, ma non per i temi espressi, quanto per la ridicolaggine nel parlare di un’Italia che sembra raccontata da un bambino di terza media che ha visto troppe puntate di “Lucignolo” (il report televisivo di Italia 1 sui vizi della notte).
La cosa più sconcertante di questo terribile carrozzone è la totale perdita di dignità artistica da parte di tutta una serie di adulti che portano avanti con nomi e cognomi questa drammatica crociata; a partire da Vasco Rossi che regala il titolo, un figlio e una colonna sonora che non c’entra nulla con quello che accade, per continuare col povero Raz Degan trasformato dal regista bolognese in una sorta di Gary Oldman cattivo di Corticella per passare poi a Vito, Alessandro Haber, Ugo Conti e per finire ad Ivano Marescotti.
Grazie a questo film i parametri del cinema italiano sprofondano verso il baratro. Pensavamo che le premiate ditte Muccino jr, Moccia, Vaporidis & co. avessero dato il peggio nella scorsa stagione, ma Salvati insieme ai suoi autori, ci dimostra che al peggio non c’è mai fine firmando un’opera Pulp e giovane che scopiazza ovunque senza inventare nulla.
E quando alla fine del film i protagonisti vengono barbaramente trucidati dal poliziotto corrotto che dice “Il tempo delle mele è finito!” (vi sveliamo il finale per protesta) più che un senso di rabbia si prova un grande senso di gioia e di liberazione… e ci vediamo costretti a rimpiangere “Come tu mi vuoi” di Volfango De Biasi, uno dei film italiani più scadenti della scorsa stagione.
Mamma mia che mal di pancia!!!
data: 28/10/2008