Conversazione con Ermanno Olmi
“Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico.”
D: Come è nata l’idea di Centochiodi? Ha qualche aneddoto particolare da raccontare ai nostri lettori?
R: Beh! L’idea è presto detta: nel mio ultimo film si parla di temi che fanno e che faranno sempre parte della vita di tutti da quando veniamo messi al mondo… ovvero il conflitto interiore e i modi di vivere la vita in maniera diversa. La vita effimera e materiale, superficiale e “vuota” dove contano solo ricchezza e successo e dall’altra parte una vita fatta di sentimenti, di riflessione, di interiorità. Dobbiamo sempre ricordarci che l’uomo è un animale che prova emozioni e sentimenti…
Centochiodi è la sua ultima opera cinematografica, perché ha deciso di non realizzare più lungometraggi di fiction ma solamente documentari? C’è qualcosa in particolare che l’ha spinta a prendere questa decisione?
Ho deciso di chiudere la carriera con questo film e con queste tematiche perché sentivo molto importante dentro di me la figura di Cristo, ma anche di altri grandi personaggi della nostra storia come Gandhi e Madre Teresa di Calcutta, che hanno avuto come progetto della loro esistenza il bene degli altri…
Immaginiamo che la sua carriera sia stata piena di momenti memorabili… Da “Il tempo si è fermato” a “Centochiodi” quali sono stati i più significativi, quelli che ricorda con più piacere?
Il ricordo è una cosa eccezionale perché rielabora anche i momenti tragici, basti pensare a chi ha vissuto l’orrore della guerra… nonostante questo a distanza di anni quel momento orribile diventa un ricordo, a volte tenero, soprattutto caro. La tragedia che diventa un fattore positivo, l’esperienza che grazie al nostro percorso di vita rende tutto importante per noi stessi! Per quanto riguarda la mia carriera Lei mi fa notare che il percorso iniziato con “Il tempo si fermato” fino ad arrivare a “Centochiodi” è un po’ come il mio ritorno ad Itaca… Ho realizzato molti film, ma Centochiodi è una sorta di chiusura artistica che si ricollega direttamente al mio esordio, è un cerchio che si chiude… Adesso mi piacerebbe tornare nella baracca dell’Adamello, in uno stile di vita immerso nella natura e nel suo silenzio!
Nel suo cinema si respira aria di grandi autori come Bergman e Bresson… Quali sono stati i suoi maestri, quelli che hanno segnato maggiormente il suo percorso artistico?
Nella nostra vita ci formiamo grazie agli esempi che ci danno i grandi, ci basiamo su quelli e in base a quelli poi facciamo le nostre scelte, i nostri errori, che diventano le “nostre” esperienze di vita, anzi “la nostra vita stessa”. Non parlerei di maestri ma piuttosto di compagni di viaggio; credo che un vero maestro dovrebbe porsi le stesse domande del suo discepolo, crescendo con lui nel cammino della conoscenza senza condizionamenti e senza l’ imposizione del suo credo… Quindi come compagni di viaggio citerei sicuramente Rossellini e De Sica, ma anche Germi; però se guardo anche alla letteratura mi piace ricordare Goffredo Parise, Luciano Bianciardi e Pasolini. Ero molto amico di Pier Paolo e ricordo con piacere i due cortometraggi che realizzammo insieme. Per quanto riguarda il cinema più recente i nomi e le opere dove vedo molte affinità col mio “credo filmico” sono sicuramente quelle di Ken Loach e Abbas Kiarostami, con i quali ho girato “Tickets”, ma anche di Zhang Yimou, del quale ho apprezzato i primi lavori come Sorgo rosso e Lanterne rosse, mentre non posso dire nulla sul suo cinema più recente perchè non l’ho visto.
Il critico Alberto Pezzotta, ha scritto che nel cinema italiano solo i vecchi osano… E’ d’accordo o c’è qualcuno che tra i giovani potrebbe diventare un grande regista?
Il giovane purtroppo teme sempre di compromettersi… ha troppa paura ed è come se fosse bloccato. Magari è un giovane talentuoso ma non riesce ad esprimersi perché è troppo prudente… a meno che non sia inconsapevolmente incosciente… Io per esempio non devo più dimostrare che so fare il mio mestiere, l’ho già fatto in passato e quindi riesco a non dare troppa importanza alla tecnica ma più alla storia ed al senso della storia che sto per raccontare. La libertà in questi casi è tutto! Io ho deciso di non realizzare più film anche perché ormai gli apparati del cinema sono in mano alle multinazionali, italiane o estere poco importa, e non mi va di competere con questo tipo di cinema! Un esempio pratico è: Lei può scegliere di comprare il pane da un panettiere che lo fa come una volta, con la vera farina, un bel pezzo di “vero” pane. Oppure scegliere il prodotto industriale, di qualità distante anni luce rispetto al “vero” pane. Ma ormai la vita moderna porta ad acquistare quel pane perché è più comodo, i centri commerciali sono aperti a tutte le ore, si può surgelare e costa meno… e quindi in una logica commerciale, chi è quel pazzo a cui viene in mente di aprire un piccolo negozio di panetteria con certe sfide da affrontare…? E il cinema di oggi è così, e nessuno in questo modo rischia più!
Il dvd è un formato che ha finalmente dato la possibilità a tutti gli appassionati di cinema di poter vedere film con altissima qualità audio/video e soprattutto di studiare la storia del cinema. Qual’è la sua opinione sul cinema in casa?
Assolutamente una stupenda invenzione, sicuramente la più importante dopo quella di Johan Gutenberg, cioè la stampa! E’ diventato in pochissimo tempo un prodotto con una massima libertà di circolazione. Mi chiedo però se quello che è uscito finora su questo formato, sarà abbastanza oppure si potrebbe fare di più… Ed è una domanda che mi faccio riguardo a tutti i media: la televisione fa il suo dovere? L’editoria fa il suo dovere?
La sua dvd-teca, cosa compra, cosa colleziona…
Compro quello che mi serve! Non sono un collezionista, ma amo utilizzare il formato per studiare quello o quell’altro film.
Un titolo che consiglia ai lettori di DVD italy?
Così… su due piedi… “Germania Anno Zero” di Rossellini e… un altro titolo girato nello stesso posto “40 mq di Germania” opera prima di Tevfik Baser.
A cosa sta lavorando attualmente?
A due documentari: uno insieme a Renzo Piano sulla conversione dell’Area Falk ed un altro con Carlo Petrini, presidente di Slow Food.
Grazie maestro Olmi per la disponibilità e la cordialità. Speriamo che possano arrivare presto altri capolavori della sua filmografia, come Il tempo si è fermato, I fidanzati e Lunga vita alla signora!
Grazie a Lei! Evviva!!!
data: 11/10/2007