dal 1999 testimone di un’evoluzione

Brian De Palma è senza dubbio uno dei grandi registi del cinema americano ma durante la sua carriera è stato piuttosto bistrattato, in molti lo hanno considerato un semplice e banale replicatore di film di Hitchcock, altri lo accusarono di essere misogino, voyeuristico, perverso ma in pochi si sono soffermati sulla genialità delle sue opere,

La Illumination Entertainment, lo studio d’animazione che ci ha regalato la divertente e azzeccata saga di Cattivissimo me con tanto di Minions annessi, torna in grande e strepitosa forma con questo “Sing”, arrivato piuttosto in sordina, poco atteso e poco pubblicizzato ma che invece è stato una piacevolissima sorpresa, un film d’animazione intelligente e divertente,

Così il regista Pablo Larraín sul film: “è un'opera sulla devastazione dell'anima di un popolo. Il Cile sognava un mondo che non si è mai concretizzato. Quando Neruda ha vinto il Nobel, ha dichiarato di non sapere se quei due anni di fuga li avesse sognati, scritti o vissuti. E questa è la chiave.

Chi scrive questa recensione ricorda la sua prima visione di questo grandioso thriller dell’immenso Mario Bava in una videocassetta da edicola firmata Shendene & Moizzi, già allora era chiara la genialità di questa pellicola, a tratti debitrice di altre pellicole e sottogeneri ma comunque fondamentale per il thriller italiano. Dopo una prima versione riversata dallo

“Gli amanti del cinema d’azione hongkonghese esagerato e sfacciatamente sopra le righe avranno di che esultare con Firestorm di Alan Yuen. Il film di questo regista esordiente è uno spettacolo emozionante in ogni inquadratura: spesso gli spettatori si ritrovano sulla linea di fuoco delle sparatorie e il ritmo non si lascia rallentare da retroscena e

Ristampa identica alla precedente edizione, cambiano solo il produttore e il distributore, ma non ci sono dubbi, il dvd è praticamente uguale vista la presenza dell’intro della Medusa. E’ una produzione datata 2010 ma abbiamo notato diversi problemi tecnici, in primis il master ricavato da pellicola italiana, anche se nel formato video originale ed integrale,

Ottima edizione targata Sinister Film per uno dei capolavori del grande Tod Browning, eccezionale autore che ci ha regalato notevoli opere sia durante il periodo del cinema muto e successivamente con il cinema sonoro con capolavori come Freaks (1932), Dracula (1931) e questo La bambola del diavolo (1936), meno conosciuto e meno celebrato ma che

“Un portavalori sfigato viene coinvolto da una collega di cui è infatuato in una super-rapina. Da un vero fatto di cronaca, una farsa surreale con cui il regista di Napoleon Dynamite cerca di raccontare ancora una volta da par suo un’America di spiantati e sconfitti. Ma stavolta il demenziale ha la meglio sul trasognato” Filippo

Manciuria, 1946. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e il crollo dell’Impero giapponese, in Cina imperversa la guerra civile. Un contingente dell’Esercito Popolare si trova a dover liberare una regione sotto il controllo di uno spietato gruppo di banditi che ha la propria base in un’inespugnabile ex fortezza nipponica sul picco di una montagna.

Prosegue la ristampa di molti titoli del catalogo Universal da parte della Cult Media (e Pulp Video, etichetta dello stesso gruppo), che per fortuna rimediano alle pessime edizioni presenti sul mercato italiano, come già successo (solo per citare uno degli ultimi casi) con la nuova - scintillante - edizione di Tutto in una notte. Questa