dal 1999 testimone di un’evoluzione

Edizione per il 25° anniversario, dopo le precedenti uscite (2000 Elle U, 2003 Dolmen, 2010 RHV, 2013 RHV) non compare la dicitura “versione restaurata” perché al momento non è ancora stato effettuato. I materiali di partenza però sono ottimi, il logo iniziale della Wim Wenders Stiftung conferma che il master è comunque di recente realizzazione, sul sito ufficiale viene riportato un 2K DCP HD-Scan realizzato nel 2014. Il film fu girato in formato Digital Betacam e trasferito su pellicola 35mm,

Edizione del 20° anniversario, seppur senza alcun restauro. Il film fu girato sia in formato digitale DV sia in pellicola 35mm, ma al momento nemmeno sul sito ufficiale Wim Wenders Stiftung viene menzionato un futuro restauro. Il riversamento è comunque molto buono, il master video è originale e la versione del film è quella integrale. La resa tecnica, nelle scene girate in DV, è ovviamente deficitaria ma è una precisa scelta registica e non un difetto dell’edizione DVD. Molto strana

“Nata sotto l’ovvia egida di Pier Paolo Pasolini, il cui nome è accreditato nei titoli al soggetto, alla sceneggiatura e alla «supervisione tecnica e artistica», l’opera prima di Sergio Citti, Ostia (1970), ritorna al pasolinismo cinematografico più originario, quello del sottoproletariato romano e dell’approccio lirico, critico e analitico. […] Prendendo evidente spunto dal rapporto di Sergio col fratello Franco, volto indimenticabile che fu protagonista di Accattone (Pier Paolo Pasolini, 1961) e che legò in modo indissolubile la propria carriera al

Roberto Manassero per MyMovies.it sulla riedizione nelle sale della versione restaurata: “Minimalista, stralunato, quasi onirico nella sua assurdità, sovente buffo e divertente, il cinema di Jarmusch è sempre stato dalla parte dei diversi. I suoi personaggi sono esclusi dal banchetto della vita, disadattati, vagabondi, carcerati, passeggeri della notte: il protagonista di Ghost Dog, interpretato da uno straordinario Forest Whitaker, è forse la sua creazione più famosa e tipicizzata, un afroamericano invisibile a chiunque, nonostante l'imponente stazza e l'evidenza del suo

Tratto dall’omonimo dramma di Rosso di San Secondo, il film ne lascia inalterata l’ossatura, cambiando però l’ambientazione, che da popolare diventa qui elegante e mondana. Particolarmente interessante la mise en scene di Righelli e i ricercati movimenti di macchina lungo la scala che dà il nome al soggetto e al film stesso. Estratto dal booklet interno, intervista di Umberto Paradisi del 1931 al regista: La sonorizzazione ha molta importanza in questo film? “Moltissima. Ho compiuto ogni sforzo affinché rumori, suoni, musiche e voci

“La caduta di un corpo nel vuoto. Un volo che si arresta sul terreno innevato di fronte a uno chalet lasciando sul bianco alcune tracce di sangue. Insieme a quel corpo nel vuoto precipitano anche una coppia, una famiglia, l’infanzia di un bambino. La caduta, come dice il titolo, è il centro stesso dell’idea narrativa di Anatomia di una caduta di Justine Triet, che da lì - ricostruendo come l’uomo sia morto - comincia a entrare nel corpo vivo delle relazioni tra i personaggi,

“Niente di particolarmente nuovo nella sceneggiatura molto “lefty”, progressista, di Paul Laverty, storico compagno di strada di Loach, nemmeno il fatto che la spinta decisiva venga dalle donne, a cominciare dalla giovane Yara che usa la sua abilità come fotografa per raccontare i fatti. Ma Loach ha la capacità di rendere tutto appassionante e coinvolgente: i dialoghi sono un po’ predicatori, ma al regista inglese non viene mai meno la speranza che i gesti dei singoli possano cambiare in meglio

Tra giallo e riflessione esistenziale, uno degli apologhi più belli e lungimiranti mai realizzati sul mestiere e la natura del cinema. “Mentre sta girando un film di fantascienza in Portogallo, una troupe cinematografica, capitanata dal regista Munro, è abbandonata a se stessa, senza soldi né pellicola, dal produttore che è rientrato a Hollywood. Attori e tecnici in albergo ammazzano il tempo nell'inedia, aspettando che la situazione si sblocchi finché Munro decide di andare a scoprire la tragica verità in America.”

“Un’opera potentissima, un oggetto cinematografico praticamente unico nell’omologato panorama contemporaneo. Tippett si assume la responsabilità delle sue azioni senza problemi, come dovrebbe fare qualunque libero pensatore, e si diverte non poco a infilare nei suoi magnifici quadri a passo uno tante suggestioni cinematografiche. […] Mad God è un film crudele e poetico che trova nella sua forma la sua stessa essenza. Protagonisti della storia dell’umanità sono delle marionette mosse un passo alla volta da un Dio beffardo. Più chiaro di

Il giornalista tedesco Phillip Winter vuole scrivere una storia sull'America, ma non riesce a fare altro che una serie di polaroid. Deluso, decide di rientrare in patria. Accetta però di portare con sé la piccola Alice, perché sua madre, che incontra a New York un giorno prima della sua partenza, ha degli affari urgenti da sbrigare lì. Ad Amsterdam la madre non si presenta come avevano concordato, e così Winter e Alice decidono di andare a cercare la nonna della