dal 1999 testimone di un’evoluzione

Perduti nel buio è la nuova collana che RHV ha dedicato al grande cinema italiano che per decenni è rimasto praticamente invisibile se non proprio completamente dimenticato. Il progetto nasce come lavoro di ricerca e valorizzazione di un patrimonio che tornerà finalmente disponibile. L’iniziativa si propone innanzitutto come divulgativa ma suggerirà anche percorsi inediti di lettura su momenti e tendenze del cinema italiano. I film, alcuni perduti e ritrovati, saranno presentati in edizioni accurate, frutto di ricerche e di preservazione

“La sedicenne Nisha vive una doppia vita. A casa con la sua famiglia è la figlia pakistana perfetta, ma quando è fuori con le sue amiche, è una normale adolescente norvegese. Quando suo padre la sorprende a letto con il suo fidanzato, i due mondi di Nisha si scontrano brutalmente. I genitori della ragazza decidono di rapirla e portarla in Pakistan da alcuni parenti. In un paese che non ha mai visto prima, Nisha è costretta ad adattarsi alla cultura

Il 2018 non è stato un anno fortunato per l’horror… dopo alcuni capolavori usciti negli anni passati (uno su tutti The Witch di Robert Eggers) l’anno che si sta per concludere non sarà certo ricordato per questo genere. Uno dei film che ha fatto più parlare è proprio questo “Hereditary - Le radici del male” diretto dall’esordiente Ari Aster. Un film che ha letteralmente diviso sia pubblico che critica… a noi è sembrato un’interessante opera prima, a tratti angosciante, ma

Disponibile da settembre l’ultimo action-thriller dell’attore Gerald Butler, autoproclamatosi il nuovo Bruce Willis degli anni Duemila. Il film, diretto dal poco esperto Christian Gudegast è un onesto film di genere, senza infamia e senza lode, che una volta visto si dimentica in un batter di ciglia…

Il film "Il codice del babbuino" è ispirato a un episodio di cronaca nera avvenuto alla periferia di Roma, nel comune di Guidonia. Alla base della narrazione vi è un crimine, lo stupro di una giovane donna, che scaturisce nel protagonista e fidanzato della ragazza, Tiberio, una reazione impulsiva e pericolosa; desideroso di compiere vendetta, decide di fare un atto di "giustizia privata" e si mette alla ricerca dei responsabili. Insieme a lui c'è Denis, un padre di famiglia senza

Steven Soderbergh al suo meglio! La truffa dei Logan è infatti un divertente e riuscito heist movie, decisamente una bella ed inaspettata sorpresa, con un cast in forma strepitosa ed una grandiosa colonna sonora country. Ha deluso al botteghino, soprattutto in patria, ma è un film assolutamente da recuperare.

“parliamo di colui che ha suscitato un ultimo subbuglio, un estremo sussulto cinefilo o lacerto di contrapposizioni al festival di Venezia 2016; colui che ha vinto il Leone d’Oro non per snobismo elitista o inesistenti alibi culturali, ma semplicemente perché la sua superiorità estetica era incontestabile: Lav Diaz, regista di The Woman Who Left. Filippine, bianco e nero, 226 minuti. Tre dati, questi ultimi, che hanno gettato nello sconforto preventivo un pubblico di addetti ai lavori che poi dedicano ore

Paul Schrader, grande sceneggiatore e regista, annovera tra le sue migliori opere da sceneggiatore - in molti casi per film di Martin Scorsese - Taxi Driver oltre ad altre prove magistrali come Yakuza di Sydney Pollack, Toro scatenato sempre di Scorsese e Obsession di Brian De Palma. Tornano sempre nelle sue opere i suoi temi preferiti che narrano di “loser” attorniati da solitudine, colpe e redenzione. Nel 1978 debutta come regista con il crudo ma bellissimo Tuta blu, arriva al

Il regista greco Yorgos Lanthimos, autore di opere importanti come Kynodontas, debutta nel cinema con una commedia diretta in coppia con Lakis Lazopoulos mentre nella sua opera seconda passa direttamente al genere drammatico con Kinetta (2005) ma entrambe le opere non sono così incisive. Si fa conoscere a livello internazionale con il forte dramma Kynodontas - inedito in Italia - uscito nel 2009 poi sono arrivati Alps (2011), The Lobster (2015) e questo Il sacrificio del cervo sacro con produzione

Kon Ichikawa è uno dei maestri del cinema giapponese, magari non famoso a livello mondiale come i suoi più celebri colleghi Kurosawa, Ozu, Mizogouchi ma ha diretto pellicole importanti come Il colore delle cose, L’arpa birmana e Fuochi nella pianura e altre numerosissime opere fin dagli anni Quaranta. Regista prolifico e imprevedibile ha spaziato tra tanti generi diversi arrivando a dirigere addirittura un lungometraggio con protagonista Topo Gigio nel film del 1967 Topo Gigio e la guerra del missile.