dal 1999 testimone di un’evoluzione

Il paraguaiano Martinessi si fa notare fin dalla sua opera prima, questo bellissimo “Le ereditiere”, un film che scava a fondo nella vita di Chela grazie ad una macchina da presa sempre vicinissima per raccontare la sua nuova vita ed un’inaspettata libertà. Il regista mette in scena questa piccola storia con uno stile fresco ed innovativo che gli è valso il premio Alfred Bauer per l’innovazione all’ultimo festival di Berlino. Ana Brun, l’attrice che interpreta Chela, si è aggiudicata l’Orso

Marco Ferreri in Italia non è mai stato amato tantissimo. Sì, ora viene ricordato e celebrato, ma mai abbastanza in confronto ai nostri cugini francesi… Speriamo che col tempo la situazione possa migliorare, visti i numerosi capolavori che ha realizzato e che ancora oggi sono da rivedere, riscoprire, analizzare e gustare fino all’ultimo fotogramma! È anche grazie a queste bellissime iniziative che anche i giovani possono avvicinarsi ad un certo cinema italiano, più complesso ma anche più stimolante e quindi

L’immenso scrittore americano Stephen King ha anche realizzato una regia cinematografica, lo sapevate? Se sì è perché siete suoi fan sfegatati e gliel’avete perdonata… se non ne eravate al corrente è perché probabilmente non è stata un’opera così memorabile e nonostante il battage pubblicitario dell’epoca non avete incrociato i vostri occhi con un uno schermo che proiettasse Brivido, in originale Maximum Overdrive, tratto dal suo breve racconto intitolato Camion e presente nella raccolta uscita nel 1978 A volte ritornano. Nella

Torna in splendida forma nell’home-video italiano uno dei capolavori del cinema degli anni 2000 e del regista russo Aleksandr Sokurov. La prima edizione risale addirittura al 2003 e presentava ai suoi tempi una più che valida qualità tecnica. Ora però potrete ammirare il piano sequenza più lungo della storia del cinema con una maggiore qualità tecnica grazie alla CG Entertainment, che prima ha dedicato a quest’opera una delle sue strepitose Start Up! (quindi in edizione limitata ad alta definizione) per

È passata in sordina al suo passaggio nelle sale l’ultima opera del regista russo Andrej Končalovskij, presentata alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2016 dove gli è stato assegnato un Leone d’Argento speciale per la regia, ma è indubbiamente un’opera da non perdere. La pellicola racconta la Seconda Guerra Mondiale tramite tre storie che si intrecciano tra di loro, un film duro ma necessario e che grazie a questo stile rarefatto ed essenziale aggiunge qualcosa di nuovo sull’argomento.

“All'inizio degli anni Novanta il giovane Mariano Baino fece un gran parlare di sé all'interno del circuito horror indipendente (non in Italia, però): filmaker con all'attivo un cortometraggio di successo prodotto in Inghilterra (Caruncula, 1990), nel 1994 realizza grazie a capitali inglesi e russi il suo primo e ad oggi unico lungometraggio, Dark Waters. Secondo alcuni si tratta del più importante horror degli ultimi quindici anni, per altri invece è un noioso e sovrastimato prodotto di serie B: la verità

“Non può essere un caso se anche il cinema americano indipendente sta iniziando (o tornando, dopo gli anni d’oro dei Penn, degli Hasby, dei Mulligan) a confrontarsi con i grandi temi sociali che attraversano l’America. A diventare più direttamente e orgogliosamente politico. Non solo come possibile reazione a Trump e all’idea di società che veicola (due anni di presidenza più uno di campagna elettorale sono già un tempo possibile per accendere le prime, possibili «risposte» cinematografiche) ma come una più

È un vero e proprio cult questa pellicola firmata Lina Wertmüller uscita nelle sale italiane nel lontano 1974. Cult grazie soprattutto all’indimenticabile e strepitosa performance della coppia d’attori formata da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato anche se purtroppo la filmografia dell’eclettica regista romana, accompagnata sempre dai suoi caratteristici e ormai iconici occhiali da vista bianchi, è stata per anni bistratta da una parte della critica… Recuperate questo film, è ancora oggi fresco e spumeggiante come nel 1974, anzi sta invecchiando

“Siamo a Los Angeles e accanto agli umani vivono i pupazzi, solo che tra i due non corre buon sangue, c’è diffidenza dai primi verso i secondi. Quando una serie di morti che hanno a che fare con l’industria dello spettacolo attira l’attenzione della polizia una donna pupazzo si rivolge ad un investigatore privato per fare chiarezza.Se si scambiano pupazzi con cartoni animati, e se si mette un umano nei panni del detective invece di un pupazzo, è esattamente la

“Il film nasce da una frase di Talleyrand, messa nel film come un’epigrafe, nero su bianco, alla fine dei titoli di testa muti. È una frase non letta ma sentita, da molto tempo. Io sono borghese fino alle cellule più infinitesimali, sono socialmente un borghese, e questa frase mi intrigava molto: «chi non ha conosciuto la vita prima della rivoluzione non sa che cosa sia la dolcezza di vivere». Dunque, la prima cosa che mi colpiva ai tempi in cui