dal 1999 testimone di un’evoluzione

“Ancestrale e suggestiva fiaba popolare recitata spesso in dialetto (con ovvio ricorso ai sottotitoli), “Lucania” è il secondo film di finzione dell’esperto documentarista Roccati che ne ribadisce le grandi doti di affabulatore immune dall’edulcorato manierismo di esperimenti affini. L’afflato profondo e non per forza benevolo della terra lucana si materializza, infatti, in una parabola degna di un western autoctono che sottopone un padre autoritario e un figlia muta e selvaggia che parla al vento e riesce a percepire l’anima della

“Benedetto Parisi: un mucchio d'ossa fratturate su un tavolo operatorio, è caduto dall'alto di una roccia, o si è buttato? Di là, dall'anima sommersa e anestetizzata di Benedetto, affiorano brandelli di memorie, pezzi di vita. Benedetto è affidato a una zia. Quando, ad otto anni, deve prepararsi per la Prima Comunione e cominciano a parlargli di peccati mortali, di fioretti, del diavolo, riesce a non farsi suggestionare eccessivamente. Quando, il giorno della Prima Comunione, Benedetto cade da un dirupo alto

Ristampa del capolavoro di Gianni Amelio per la collana “La Cineteca di Gianni Canova”. Il film è ancora oggi un capolavoro assoluto, da vedere e rivedere per apprezzarne ogni più piccolo particolare. Gianni Amelio negli anni Novanta era in forma strepitosa avendo firmato altre importanti pellicole come “Il ladro di bambini” e “Così ridevano”.

L'agente Mike Banning è pedinato dall'FBI, in seguito all'accusa di aver tentato di uccidere il presidente statunitense e dunque di essere un pericolo per il Paese. Costretto alla fuga, l'uomo è alla ricerca di prove che dimostrino la sua innocenza, nel tentativo anche di scoprire chi è il vero responsabile del fallito attentato. In questa lotta contro il tempo per salvare ancora una volta gli Stati Uniti, Mike dovrà chiedere l'aiuto di nuovi alleati, tra cui il padre.

Aardman Animations e Shaun, un’accoppiata vincente! Gli Aardman Studios nascono nel lontano 1972 dalla coppia Peter Lord e David Sproxton, si cimentarono fin da subito con l’animazione passo uno con oggetti di plastilina ed in pochissimo tempo riuscirono ad aggiudicarsi un premio Oscar per il miglior cortometraggio (Creature Comforts) grazie anche al promettente animatore entrato da poco negli Studios, Nick Park. Nei primi anni di produzione di cortometraggi nacquero due dei personaggi che sono a tutti gli effetti anche l’anima

“Due donne unite, divise, distanti, complementari: Eurídice e Guida, sorelle legatissime nella Rio de Janeiro dei primi anni ’50. La loro storia e il loro passato vivono sullo schermo attraverso dettagli e colori, grazie all'ampiezza dello spazio e alla concretezza del tempo. Case, strade, ambienti, oggetti, parole, lettere, scrigni: in La vita invisibile di Eurídice Gusmão (il film vincitore del Certain regard di Cannes che Karim Aïnouz ha liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Martha Batalha, in Italia pubblicato da Feltrinelli con il titolo Eurídice Gusmão che sognava la rivoluzione) ogni particolare racchiude e riflette la

“Presentato alla Quinzaine nel maggio 2017, dove ha vinto l’Art Cinema Award, la lunghissima cavalcata di The Rider si è prolungata nel corso dell’ultimo anno e mezzo, passando dal Sundance, dagli Independent Spirit Awards, fino ai premi di fine stagione. Il film è interpretato da Brady, dalla sua famiglia e dai suoi amici, tutti attori non professionisti, diretti dalla Zhao con una bravura sorprendente, in quel luogo di confine in cui realtà e rappresentazione si fondono. Nel frattempo la Zhao è

Danny Boyle è conosciuto ai più per aver diretto uno dei film cult - ma anche uno dei più sopravvalutati - degli anni 90, quel Trainspotting che fece parlare per mesi e mesi ma che in fondo non era nulla di speciale o di particolarmente originale, almeno per noi… A distanza di anni si può fare una riflessione sul cinema del regista inglese, un cinema medio, produttivamente ben fatto ma che non ha mai avuto quella scintilla che gli avrebbe

Volere volare, anno 1991, è sicuramente una delle migliori prove - insieme a Ratataplan - da regista di Maurizio Nichetti (qui coadiuvato dall’animatore e disegnatore Guido Manuli) ma è anche uno dei migliori esperimenti di animazione mista che si sia mai realizzata in Italia. Il film è uscito dopo il successo planetario di Chi ha incastrato Roger Rabbit ma la genesi di Volere volare è datata addirittura 1982, almeno per quanto riguarda la prima stesura del soggetto. Questa nuova edizione

Duccio Charini, promessa fiorentina classe 1977, si fece notare fin dalla sua opera prima, “Short Skin - I dolori del giovane Edo”, uscito nelle sale nel 2014. “L’ospite” conferma le sue notevoli doti di narratore e realizza un’opera divertente ma mai banale, uno studio antropologico sui trentenni di oggi facendo centro anche grazie ad un cast in stato di grazia. Recuperatelo assolutamente, dopo averlo visto ci ringrazierete del consiglio, ne siamo certi!