dal 1999 testimone di un’evoluzione

La felice vita familiare di Liza, Sean e del loro figlio Jude viene sconvolta una notte quando la donna e il bambino sono vittime di una tentata rapina in casa. Traumatizzati, decidono soprattutto per il bene di Jude, muto da quella notte, di trasferirsi lontano dalla città e vivere in una dependance in campagna.  Durante una passeggiata nel bosco di fronte casa Jude trova una bambola sepolta e decide di tenerla con sé. I genitori accolgono benevolmente la bambola, convinti che possa essere un aiuto

La distribuzione di “The Lighthouse” in Italia (al cinema prima e in home-video poi) è stata lunga e non priva di lunghe e controverse polemiche… Ma partiamo dall’inizio, dalla cosa più importante… cos’è “The Lighthouse”? È il secondo film del promettente regista Robert Eggers, esploso a livello planetario nel 2015 con la sua opera prima, il capolavoro “The Witch”, abbondantemente trattato, sviscerato ed analizzato da ogni rivista o blog di cinema che si rispetti. Nel 2019 c’era molta attesa al

“Ride your Wave è l’ultimo lungometraggio animato di Masaaki Yuasa (Devilman Crybaby), che, se da una parte conferma il talento del regista, dall’altra sottolinea l’attenuazione della vena sperimentale con cui questi si era fatto conoscere agli esordi. Abbandonato quello spirito folle ai limiti dello sperimentale per cui era noto (l’opera di esordio Mind Game e le serie Kemonozume e Kaiba), Yuasa sembra ora essere alla ricerca di un modo di raccontare, mettere in scena ed esprimere la propria creatività che

In un appartamento del Lower East Side di Manhattan, i sette fratelli Angulo vivono senza avere nessun rapporto con l’esterno, completamente isolati dalla società. L’unico ad avere la chiave di casa è il padre. Le uscite sono rarissime. La sola realtà, l’unica finestra sul mondo, è quella che vedono sullo schermo. I classici del cinema sono la loro ispirazione: reinterpretano e conoscono decine di copioni a memoria. La regista, accolta in casa dai ragazzi, li filma per anni documentando la

Il remake-omaggio di Zack Snyder del capolavoro “Zombie” del maestro George A. Romero è tornato in home-video nel mese di ottobre grazie alla Koch Media, la quale così facendo aggiunge un altro ottimo titolo alla sua stupenda collana di genere Midnight Factory. Zack Snyder, regista piuttosto discontinuo, debutta nel lungometraggio cinematografico proprio con questa pellicola, che ad oggi si potrebbe definire la sua migliore, visto l’elenco poco allettante delle successive: “300”, “Watchmen”, “Il regno di Ga’Hoole”, “Sucker Punch”, “L’uomo d’acciaio”,

Una doppia domanda indispensabile ed una riflessione inevitabile: il genio di Makoto Shinkai si sta affievolendo? Siamo di fronte ad una naturale crisi d’ispirazione? Non ci piace essere catastrofisti ma indubbiamente nella sua penultima prova - Your Name. - abbiamo trovato lo Shinkai autore un po’ meno a fuoco, forse anche schiacciato dalle troppe aspettative che ormai ogni suo nuovo film si porta dietro… Ma questa che sta vivendo è la fase più difficile della sua carriera, che comunque rimane

Dopo il matrimonio è il racconto potente di un grande amore, quello che lega due donne ad uno stesso uomo, quello che ogni madre prova nei confronti della propria figlia. Un viaggio improvviso è destinato a cambiare le sorti di tutti i protagonisti della storia. Due donne e due mondi diversi a confronto, l’una manager newyorkese di successo, l’altra un’idealista alla ricerca di fondi per l’orfanotrofio di cui si occupa in India, un mistero da svelare che fa da filo

Il terzo film firmato Carlo Verdone è più importante che bello e riuscito. I suoi produttori dopo le prime due opere “Un sacco bello” e “Bianco, rosso e Verdone”, due assoluti capolavori e cult-movie del cinema italiano, decisero in modo decisamente bizzarro ed incomprensibile, di non credere più al mattatore romano e non rinnovarono il suo contratto… Diversi mesi a casa in attesa di una telefonata che non arrivava… poi per fortuna una ne arrivò, era Mario Cecchi Gori che

Pier Maria Bocchi su cineforum.it ha scritto un pezzo bellissimo sull’ultima fatica registica dell’(ex) enfant prodige che vi consigliamo di leggere integralmente: “Il bacio tra Matthias e Maxime, il primo, quello “cinematografico” che per scherzo li unisce per sempre in un corto amatoriale più vero del vero, è un bacio non innamorato. È un bacio rimosso, immaginato, mai visto: nasce e muore in quella brevissima durata, ed è un bacio non spontaneo. Ma è in questa forzatura “attoriale” fuori campo, una partecipazione dettata

“Il regista belga Olivier Masset-Depasse, già autore del dramma Illégal (2010), firma un noir a tinte drammatiche e con due protagoniste femminili: realizzato nel 2018 e vincitore di 9 premi Magritte – gli Awards del Belgio – viene ora distribuito in Italia. La presenza del doppio è quasi maniacale: due donne, due figli e due famiglie vivono in una bifamiliare. Le case sarebbero identiche, se non fosse per una lieve differenza che sembra suggerire visivamente uno squilibrio in agguato. Il