dal 1999 testimone di un’evoluzione

Nella nostra prima recensione tecnica avevamo definito questo film di Edgar Wright uno dei suoi lavori più riusciti… (clicca qui per leggerla) a distanza di 10 anni come avrà decantato la pellicola numero 3 del regista di Poole? Nel frattempo ha realizzato il terzo capitolo della “Trilogia del Cornetto”, il fantascientifico La fine del mondo e tre anni fa ha diretto una delle sue opere più riuscite, quel gioiellino che risponde al nome di Baby Driver. Scott Pilgrim secondo noi

Dopo “Quo vado?” ecco arrivare in home-video grazie a Warner Bros. Entertainment la nuova pellicola del dissacrante e geniale comico barese Checco Zalone. Tolo Tolo segna un punto di rottura nella sua filmografia rispetto ai quattro precedenti film, scrive a quattro mani la sceneggiatura insieme a Paolo Virzì e debutta con il suo vero nome Luca Medici come regista, a differenza delle precedenti opere che erano state firmate in coppia con il solido e funzionale Gennaro Nunziante.

L’immenso Daniel Day-Lewis ritornò nelle sale nel 1997 con questo “The Boxer” firmato Jim Sheridan, in grandissima forma dopo il meno riuscito “La seduzione del male”, uscito l’anno prima. Qui interpreta l’ex-pugile Danny Flynn che dopo aver scontato ben quattordici anni di carcere ritorna a Belfast ma purtroppo non è come l’aveva lasciata. Si impegna per aprire una palestra per giovani, soprattutto per toglierli dalla strada, ma non ha fatto i conti con l’IRA, l’Esercito Repubblicano Irlandese. Film che all’epoca

“Birds of Prey, scritto dall’inglese Christina Hodson (Bumblebee) per Cathy Yan, è proprio come dovrebbe essere un cinecomics, senza velleità autoriali: croccante, leggero e gustoso come un popcorn. (…) La Gotham della scatenata Harley è un caleidoscopio di colori, di interni barocchi esagerati, da far invidia alla famiglia Savastano, ma sopratutto con il grande set che occupa tutto l’ultimo terzo del film, all’interno di un parco di divertimenti, il film sembra evocare anche suggestioni burtoniane. Raccontato in prima persona dalla

Corte d’assise di Guido Brignone è importante innanzitutto per due motivi: è il secondo film sonoro italiano - uscì nel 1931 - ma soprattutto è il primo film di genere giallo-poliziesco e la RHV gli rende il giusto onore realizzando questa preziosa edizione, la numero sei della collana “Perduti nel buio” che film dopo film diventa sempre più interessante.

Mario Camerini, maestro della commedia italiana, debuttò nel cinema ai tempi del muto mentre questo “Gli uomini, che mascalzoni…” fu una delle sue prime prove con il cinema sonoro, di certo una delle più riuscite. La pellicola, che partecipò alla I Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, fu anche uno dei primi successi dell’attore teatrale Vittorio De Sica e rese celeberrima la canzone “Parlami d’amore Mariù” cantata da Cesare A. Bixio. “Bruno, autista e meccanico di un ricco signore milanese,

Andre Davis è un detective del Dipartimento di Polizia di New York che, dopo la morte di due poliziotti e la scoperta di una gigantesca cospirazione, si lancia in una vera e propria caccia all’uomo. Durante la notte il confine tra inseguiti ed inseguitori diventa sempre più labile e mentre le ricerche s’intensificano Andre, più che mai deciso ad arrivare alla verità, farà chiudere tutti i ventuno ponti dell’isola per evitare che i killer fuggano da Manhattan… ma sarà una

“Nell’Alabama razzista dei primi Novanta, un avvocato idealista che ha rinunciato a facile carriera per difendere i condannati a morte incastrati da processi non regolari, prende a cuore il caso di un afroamericano totalmente estraneo all’omicidio di un’adolescente ma sacrificato in nome della “tranquillità” della comunità. Storia vera, ed ennesimo esempio di cinema civile, utile e un po’ donchisciottesco che onora senza scorciatoie (mezz’ora in meno ci stava tutta) la manualistica del genere. Niente è davvero fuori posto, ma nulla

Pazza di gioia di Carlo Ludovico Bragaglia è una commedia “telefoni bianchi” ed ora cercheremo di approfondire questo sotto genere, da tanti anni rimasto nel dimentcatoio. Dal booklet interno: “Il film si apre al centro del fatidico luogo di incontro, un hotel di lusso. Gli arredi delle pellicole d’epoca sono spesso al centro delle stori diventando veri e propri protagonisti, non per niente il genere dei “telefoni bianchi” viene definito anche “cinema déco”. Lo sfarzo e il lusso così come

Lancillotto e Ginevra è una riuscita ed intelligente rilettura incentrata principalmente sull’amore che Lancillotto prova nei confronti di Ginevra - moglie di Re Artù - firmata dal maestro del cinema mondiale Robert Bresson, autore di vere e proprie colonne portanti della storia del cinema, una su tutte “Pickpocket” del 1959. In Italia era già uscita, diversi anni fa, un’edizione DVD pubblicata da San Paolo (che pubblicò praticamente anche tutti gli altri titoli in valide edizioni) ma con qualche problema tecnico