dal 1999 testimone di un’evoluzione

Al bellissimo film di Alf Sjöberg ha dedicato un breve articolo anche Paolo Mereghetti che sulle pagine del supplemento del Corriere della Sera Io Donna ne ha così scritto: “Non fatevi ingannare dal titolo: uscito in Italia con tredici anni di ritardo (il film di Sjöberg aveva vinto la palma d’oro a Cannes nel 1951 ex aequo con Miracolo a Milano: la censura italiana ne «sconsigliò» l’uscita fino al 1964), la più famosa versione cinematografica della Signorina Julie di Strindberg

Steven Soderbergh, classe 1963, debutta nel cinema alla fine degli anni Ottanta e viene preso di mira immediatamente da una parte della critica, italiana e non solo, che lo snobba e lo deride, considerandolo un vero e proprio bluff. Il tempo ha smentito tutti i suoi più feroci detrattori e ad oggi, scorrendo velocemente la sua filmografia, possiamo citare film importanti e riusciti come “Out of Sight”, “Traffic”, la saga degli “Ocean’s”, il dittico dedicato a Che Guevara, l’agghiacciante (e

“Dio esiste. E se fosse una donna? La commedia macedone di Teona Strugar Mitevska arriva in concorso alla Berlinale con tutto il portato che la questione del femminile solleva ormai sistematicamente in ogni festival di cinema, dal #meetoo in avanti. Ed è una boccata di aria fresca, prova ulteriore che forse sarebbe il caso di smettere di etichettare un film (e dunque giudicarne automaticamente la presunta o meno onestà intellettuale) sulla base della notiziabilità della questione femminile stessa. Il femminismo non è certo un label (positivo o negativo che lo

Innanzitutto prima della visione di questo bellissimo film d’animazione spagnolo vi consigliamo di recuperare il fondamentale documentario cortometraggio a cui si ispira, “Las Hurdas” - rititolato e leggermente alterato sotto la repubblica franchista spagnola nel 1937 in “Tierra sin pan” e conosciuto in Italia come “Terra senza pane” - diretto dal maestro Luis Buñuel nel 1933. Anche perché questo film d’animazione si ispira ai giorni di lavorazione proprio di questo documentario-capolavoro, ancora oggi di una bellezza disarmante. È l’adattamento animato

“Arthur e César sono amici da quando frequentavano lo stesso severissimo collegio. Ma non potrebbero essere più diversi. Per un equivoco, Arthur viene a conoscenza della gravissima condizione medica di César, e César si convince che sia Arthur a trovarsi in punto di morte. Da quel momento i due faranno a gara per realizzare i desideri l'uno dell'altro, anche quelli più lontani dal proprio gusto personale: il che ha il vantaggio di sbloccare lo stallo esistenziale in cui si trovavano

“Tre episodi per tre personaggi: il marito logorroico e insopportabile, il ragazzo ingenuo e immaturo, e il bullo arricchito ed ignorante. Tutti alle prese con il matrimonio e le sue conseguenze…”. Nuova edizione Mustang, uscita nel dicembre scorso, per uno dei più divertenti film del regista romano. Il catalogo di Carlo Verdone sta vivendo nuova vita visto che stanno arrivando (o sono arrivate) nuove edizioni realizzate da master in alta definizione, probabilmente a causa del passaggio di catalogo da quello Cecchi

Indubbiamente Tenet, l’ultima opera del cerebrale regista inglese Christopher Nolan, è stato l’evento cinematografico del 2020, annata decisamente anomala a causa della pandemia mondiale. Warner Bros. insieme al regista, da sempre a favore dell’esperienza unica e irripetibile della visione del film in sala, hanno rischiato e con una scelta controcorrente rispetto alle altre major, l’hanno distribuito nelle sale riaperte (purtroppo per pochissimo tempo). Possiamo ammettere che la visione di questo film in sala è stata una vera e propria esperienza

Diciamo che il film in questione non ha bisogno di presentazione. È semplicemente uno dei tantissimi capolavori che ci ha regalato Bernardo Bertolucci! Il film che scandalizzò gli anni Settanta ha già avuto in Italia due edizioni prima di questa… La prima uscì nel 2002 ad opera della CDE (qui la nostra recensione) mentre la seconda edizione arriva quasi nove anni dopo grazie alla Dall’Angelo Pictures (qui la nostra recensione). Sono entrambe edizioni piuttosto valide, soprattutto la seconda.

vLa montagna Zemeckis ha partorito un topolino… anzi tre! Vorrete scusarci per questa battuta ma l’ultima opera del grande regista Robert Zemeckis ci ha proprio delusi! Il materiale narrativo di Roald Dahl è da sempre terreno minato per il cinema, se non si è in sintonia perfetta con la storia, i personaggi e soprattutto con l’anima del racconto si rischia di fare un pasticcio… o comunque un film “non sentito”… ed è proprio questo quello che abbiamo notato guardandolo. Un

“È proprio questo aspetto onirico, surreale, quasi allucinatorio, il punto cardine del lavoro di Švankmajer, onnipresente nelle sue opere sin dagli inizi – d’altronde, negli anni ’60, l’artista prese parte al Gruppo Surrealista Cecoslovacco. I suoi film sono ricchi di allusioni e citazioni culturali e scientifiche, ma c’è qualcosa di profondamente primordiale che li rende accessibili a tutti: l’immaginario vivace e multiforme del regista sembra parlare direttamente al subconscio dello spettatore. Molti dei suoi film, come Down to the Cellar, sono