dal 1999 testimone di un’evoluzione

Cosa succede quando il caso comincia a muovere le sue pedine? Quanto può influire sulla nostra vita un semplice imprevisto? Il gioco del destino e della fantasia indaga sulla rotta di collisione tra cuore e sorte. Un tema per cui Hamaguchi elabora tre variazioni narrative, disegnando quattro intensi personaggi femminili alle prese con i propri sentimenti, con la propria immaginazione e con la geometria delle coincidenze e delle casualità. Questo il filo rosso che mette in connessione i tre capitoli

"Soldini (aiutato nella sceneggiatura da Doriana Leondeff) continua a raccontare la fatica di vivere e la voglia di non farsi schiacciare dalle convenzioni, ma questa volta con i tempi della commedia malinconica, alla “Kaurismäki”. (…) Il che non ha impedito al film di riscuotere uno straordinario successo di pubblico, anche per merito della grande prova di Licia Maglietta" - estratto della scheda del Dizionario dei Film 2021 - Il Mereghetti edito da Baldini+Castoldi.

In molti hanno gridato al capolavoro, in tanti lo hanno inserito nelle liste dei migliori film del 2021. Senza sbilanciarci possiamo affermare che l’ultima opera del regista norvegese Joachim Trier è assolutamente da vedere. Debutta nel 2006 con l’interessante Reprise, si è fatto notare a Cannes nel 2011 con l’altrettanto interessante Oslo, 31. august, entrambi inediti in Italia. La persona peggiore del mondo è il terzo capitolo della “Trilogia di Oslo”, ora speriamo che grazie all’ottimo riscontro di critica e

Lorenzo Rossi su Cineforum.it: “Non è un film comune nel panorama italiano Ariaferma. Anzi è proprio una gemma preziosa. E del resto nemmeno Leonardo Di Costanzo è un regista ordinario. Formatosi in Francia, con un passato di documentarista e arrivato alla fiction già più che cinquantenne il regista campano è un autore insolito, quasi laterale e forse ancora da scoprire completamente. Ma questo percorso non comune, così personale e sui generis è in realtà il suo miglior pregio e se Ariaferma è un grande film

Dopo i capolavori della trilogia della vendetta (Mr. Vendetta / Old Boy / Lady Vendetta) il regista coreano si è un po’ disorientato; prima realizza un film piuttosto deludente come “I’m a cyborg, but that’s ok” uscito nel 2006 poi realizza il suo ottavo film, proprio questo “Thirst” uscito nel 2009 ma da noi ancora inedito in sala. Liberamente tratto dal romanzo Teresa Raquin di Émile Zola si aggiudicò il Premio della Giuria al Festival di Cannes, ma non riuscì

Ultimo film da regista solista e attore di Massimo Troisi, uscito nel 1991 sbanca al botteghino con un incasso stratosferico che arriva a più di 15 miliardi di lire. Un film che oggi sembra aver guadagnato valore e certamente da riscoprire ed una pellicola che ha segnato la storia del cinema italiano e della musica italiana grazie alla canzone scritta appositamente per il film da Pino Daniele “Quando”. Massimo Troisi: “Perché calesse?

Fresco vincitore del David di Donatello 2022 per la miglior sceneggiatura non originale di Monica Zapelli e Donatella di Pietrantonio e tratta dal romanzo omonimo di quest’ultima, il quale vinse il prestigioso Premio Campiello nel 2017. “Estate 1975. Una ragazzina di tredici anni viene restituita alla famiglia cui non sapeva di appartenere. All’improvviso perde tutto della sua vita precedente: una casa confortevole e l’affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico venendo catapultata in un mondo estraneo”. Diretto dal giovane Giovanni

Rispolveriamo questo dvd, pubblicato dalla General Video nel lontano 2012, che portò in Italia per la prima volta in home-video l’opera di debutto del grande regista spagnolo Pedro Almodóvar. “La giovane Pepi coltiva marijuana sul terrazzo di casa e si fa cogliere in flagrante da un burbero poliziotto, che in cambio del silenzio la priva della sua verginità. Pepi vuole vendicarsi tramite Bom, sua grande amica, e di altri amici in maschera (che fra l’altro sbagliano vittima e pestano il

“Dicevamo tre anni fa, parlando del primo capitolo di questa nuova saga di Halloween, come da un regista come David Gordon Green e da un’operazione che vedeva il coinvolgimento (nuovamente dopo molti anni) sia di Carpenter sia di Jamie Lee Curtis, fosse lecito attendersi qualcosa in più di uno di quei prevedibili remake pieni di citazioni e schemi narrativi consueti che poco aggiungono, anche in termini discorsivi, alle questioni già ampiamente trattate dal capostipite. Ecco, tre anni dopo possiamo dire con certezza che tutto quello

“Come l’araba fenice, Clint Eastwood rinasce ogni volta, in barba a chi l’aveva dato per definitivamente pensionato (o peggio). E non solo dietro la macchina da presa ma anche davanti, protagonista assoluto, in barba ai suoi 91 anni compiuti. Ed è inutile sottolineare che non è più l’intrepido cowboy di tanti western: gli anni non si possono nascondere e la schiena piegata è lì a ricordarcelo in ogni inquadratura, ma importa qualcosa a qualcuno? Clint è Clint, paladino delle cause