dal 1999 testimone di un’evoluzione

“Collet-Serra cerca di far convivere le tre anime estetico-narrative delle attuali produzioni Warner/DC: l’ironia e la pluralità dei personaggi di The Suicide Squad; la componente fantasy e lo spirito anni Ottanta di Shazam; i toni cupi, che si riflettono anche nei cromatismi desaturati della CGI, dei film di Snyder. Alla fine, ahinoi, Black Adam sembra solo un titubante patchwork, impalpabile quando vuole essere leggero e ancor più maldestro quando dovrebbe diventare drammatico o epico.”. Enrico Azzano, Quinlan.it.

Alberto Lattuada è un grande autore (regista, sceneggiatore, attore, produttore, critico) che ha indubbiamente fatto la storia del cinema italiano (e non solo) ma che al grande pubblico purtroppo non è mai arrivato, anche se la sua filmografia è costellata di grandi film e numerosi capolavori. È stato un regista davvero prolifico, solo per il cinema ha firmato 34 lungometraggi… non possiamo non citare alcuni dei suoi capolavori come “Il bandito” del 1946, “Il mulino del Po” 1949, la co-regia

“È il giorno della Mamma (del 1924) e siccome i padroni sono stati invitati da amici per un pranzo nella campagna inglese, la giovane domestica Jane è libera di raggiungere il suo amante segreto, il ricco studente in legge Paul: lei sa che il giovane è destinato a un matrimonio di convenienza, ma non immagina lo scherzo che il destino giocherà a entrambi dopo che lui l’ha lasciata sola nella sua casa per raggiungere la promessa sposa. Eppure quello che

Eskil Vogt, sceneggiatore fin dalla prima opera del suo amico regista Joachim Trier (autore di importanti opere come "Oslo, 31. august", "Thelma" e "La persona peggiore del mondo"), ha debuttato a sua volta nella regia con l’inedito (in Italia) Blind, uscito nel 2014. 6 anni di pausa per tornare sul set e nelle sale come sceneggiatore e regista di questo imperdibile horror psicologico con venature fantastiche: The Innocents o De uskyldige se vogliamo citare il titolo originale norvegese.  “Quattro bambini diventano

“Negli anni della Rivoluzione Culturale, Zhang evade dal campo di lavoro forzato e vaga per il deserto per raggiungere un villaggio dove in un cinema, assieme al film Eroic Sons and Daughters, viene abbinato il cinegiornale di propaganda numero 22 in cui compare, anche solo per un secondo, l’immagine della figlia che non lo vuole più vedere dopo che è stato arrestato. Poco prima della proiezione la pellicola viene rubata da una ragazzina, l’orfana vagabonda Liu, che ha bisogno della

Philip Roth è uno dei più grandi narratori americani, autore di capolavori che vanno dall’ironico al dramma familiare, sono opere molto autobiografiche che nella sua lunga carriera gli hanno portato un successo planetario e una valanga di prestigiosi premi, ma - a causa del suo stile a volte crudo e a volte piuttosto esplicito - gli hanno fatto arrivare anche molte critiche, montando polemiche spesso sterili ed incomprensibili. Ha firmato opere di fondamentale importanza a partire dalla raccolta di racconti

A dicembre 2022, sulla scia dell’incredibile successo che lo scorso anno ha portato al regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi grazie ai suoi due capolavori “Il gioco del destino e della fantasia” e “Drive My Car”, CG Entertainment insieme alla Tucker Film hanno deciso di pubblicare un cofanetto contenente i due film citati poc’anzi (già disponibili in home-video) aggiungendone un terzo, il mastodontico e fluviale Happy Hour, film che il regista giapponese presentò nel 2015: 5 ore e 17 minuti di grande

Nel 1983 Francis Ford Coppola ha girato due film tratti da due romanzi di Susan H. Elton, che compongono un meraviglioso dittico della sua filmografia degli anni ottanta: I ragazzi della 56a strada e Rusty il selvaggio. “Rusty il selvaggio è un passaggio fondamentale per Coppola. Perché stavolta trova la sintesi perfetta tra sperimentalismo, azione e nostalgia. Con una notevole attenzione ai dettagli sonori, determinanti come in La conversazione: la voce della madre dei due fratelli che se ne va

“La metafora dello squalo toro, espressa da uno dei personaggi di Nido di vipere, riassume bene il senso di questo neo-noir coreano. Quando deve riprodursi, la femmina dello squalo toro ospita nel proprio ventre circa cinquanta embrioni che si mangiano a vicenda finché ne rimarrà solo uno, destinato alla nascita. È questa, in estrema sintesi, la storia narrata da Kim Yong-Hoon nel suo esordio alla regia. Attorno a un borsone Louis Vuitton pieno di soldi, ritrovato per caso in un

“(…) la vera forza di tutto il cinema del regista è quella di saper rompere il meccanismo a volte fin troppo controllato della scrittura per aprirsi a ellissi e fratture improvvise, mentre la forma crea assonanze e rime interne, spesso stabilite dagli elementi (qui - come già in Au revoir l’été e The Man from Nowhere - è l’acqua ad assumere una funzione simbolica, strumento di morte e di rinascita). In Love Life l’intera costruzione poggia di fatto su un