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“Dhont è un regista che conosce le sfumature, che predilige il non detto e sa raccontare l’affacciarsi dei primi turbamenti sessuali senza usare nemmeno una parola: bastano gli sguardi dei due ragazzi (davvero straordinari, con una menzione speciale per Dambrine: se vincesse la Palma del miglior attore non ci sarebbe da meravigliarsi) per spiegare quello che li agita, uno alle prese con la trasformazione dell’amicizia in qualcosa di diverso, l’altro obbligato a fare i conti con la paura di essere