dal 1999 testimone di un’evoluzione

Quando uscì Si alza il vento [Kaze tachinu, 2013] sembrava che l’addio di Miyazaki alla regia fosse definitivo, soprattutto per il porsi del film come sintesi finale di tutte le ossessioni e le tematiche che, a partire da Conan il ragazzo del futuro [Mirai shōnen Konan, diretta Hayao Miyazaki, Keiji Hayakawa e Isao Takahata,1978], hanno attraversato il suo cinema. Evidentemente, quel film non era abbastanza. Così, a dieci anni di distanza e dopo una travagliata produzione, esce Il ragazzo e

Quarant’anni dopo Wim Wenders, una regista torna a chiedere a trenta colleghi se il cinema stia morendo, se sia un linguaggio in procinto di scomparire. Il primo a rispondere sarà proprio il cineasta tedesco che nel 1982 aveva realizzato Chambre 666 in un famoso albergo di Cannes…

“Dopo Il giardino delle vergini suicide e soprattutto Marie Antoinette, Coppola racconta un’altra storia di liberazione femminile dalla gabbia dorata dell’uomo-mito. E come in Marie Antoinette, gioca con gli anacronismi, in Priscilla solo musicali – purtroppo obbligati dall’impossibilità di usare le canzoni di Presley -, optando per brani dei Phoenix, dei Ramones e cover di hit mondiali come I Will Always Love You di Whitney Houston. Fin dalla scena di apertura si riconosce la cifra stilistica del cinema di Coppola,

Dopo il grande successo di Perfect Days, Wim Wenders torna con l’omaggio ad Anselm Kiefer, uno dei più innovativi e importanti artisti del nostro tempo. Girato in 3D e risoluzione 6K, il film racconta il percorso di vita del pittore e scultore tedesco, la sua visione, il suo stile rivoluzionario e il suo immenso lavoro di esplorazione dell’esistenza umana e della natura ciclica della storia. Wenders realizza un’esperienza cinematografica unica, che mette in luce il linguaggio di Kiefer, fortemente influenzato

“Artista multimediale che spesso sorprende con film a metà tra il surreale e i tableaux vivants, il polacco Lech Majewski qui vuole fare i conti con i miti che avevano attraversato la sua adolescenza. È chiaramente un proprio alter ego l’adolescente Adam che, nella Polonia degli anni Sessanta, sopporta a fatica la disciplina scolastica e i riti della propaganda comunista, aspettando che il padre torni da un misterioso viaggio all’estero mentre la madre cerca di tenere a distanza le pelose

“Cercavo un argomento che avesse a che fare con la gastronomia, sia come professione che come arte. Alla fine, ho trovato un magnifico libro sulla gastronomia, “La vita e la passione di Dodin Bouffant, Gourmet” di Marcel Rouff. Ho preferito raccontare la storia come un prequel del romanzo di Marcel Rouff. Questo mi ha dato la libertà di immaginare la relazione tra Eugénie e Dodin Bouffant. Ed è stata anche l'occasione per esplorare qualcosa di raro nel cinema: lo stato

“L’inizio di The First Slam Dunk è di quelli spiazzanti: dopo un breve preambolo incentrato su Ryota Miyagi – quello che sarà il protagonista principale del film – lo schermo diventa totalmente bianco. Da qui, come per magia, riappare lo stesso Ryota, come se qualcuno lo stesse disegnando proprio in quel momento. A disegno concluso, il personaggio si anima e cammina verso lo spettatore. E, uno dopo l’altro, insieme a lui appaiono gli altri quattro membri principali dello Shohoku, la

“Non c’è dubbio che nella nutrita schiera di registi contemporanei che non riescono a resistere nel maneggiare l’orrore a rovesciarne il senso spostando l’accento su timbriche più prossime al comico, e in alcuni casi persino allo slapstick, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett sembrino giocare un campionato a parte: lo avevano già dimostrato all’epoca di Finché morte non ci separi (“Cos’è successo, signora?”, “Parenti”, tanto per citare una linea di dialogo abbastanza esplicativa), per poi rinverdire i fasti del loro approccio

Walerian Borowczyk, artista e regista di origine polacca, che ha fatto della commistione tra visionarietà ed erotismo la matrice unica del suo cinema. Nato a Kwilcz (Poznań) nel 1923, si diploma in pittura e grafica all’Accademia di belle arti di Cracovia. I suoi primi lavori nel campo del cinema sono cortometraggi a passo ridotto dove sperimenta le tecniche dell’animazione, come Les Astronautes (1959) realizzato con la tecnica del cutout animation in collaborazione con Chris Marker. Nel 1968 Borowczyk dirige il

Non sono celebri come i fratelli Lumière ma anche i fratelli tedeschi Skladanowsky hanno contribuito all’invenzione ed alla sperimentazione della settima arte ai suoi albori. Max, insieme a Emil e Eugen, inventarono il bioscopio, un primo proiettore cinematografico che i fratelli Skladanowsky usarono per riprodurre i primi spettacoli di immagini in movimento per un pubblico pagante, il 1º novembre del 1895, alcuni mesi prima del debutto pubblico del tecnicamente superiore cinematografo dei fratelli Lumière. Nel 1995 il regista tedesco Wim