Satoshi Kon
Nuovi tesori d’oriente
Dvd italy, presente all’anteprima di “Paprika” l’ultimo anime di Satoshi Kon (il regista giapponese autore di Tokyo Godfathers e Perfect Blue) è lieta di annunciare un nuovo capolavoro.
Tra mente e corpo, tra vita e sogno… “Paprika” è un vero e proprio viaggio nei meandri dell’anima, un film che in un crescendo continuo, entusiasma e coinvolge.
Qualche settimana fa abbiamo avuto la fortuna di vedere Paprika nella sua terza proiezione in anteprima mondiale. Dopo la prima assoluta alla Mostra del cinema di Venezia e successivamente al Romix, la fiera romana dedicata al fumetto, la terza proiezione si è svolta a Ravenna, al Multiplex CinemaCity, dove ogni anno ricorre “L’ottobre giapponese”, una rassegna dedicata al cinema del Sol Levante.
Alla presentazione del film era presente anche il regista Satoshi Kon, il quale oltre a raccontare del suo ultimo lavoro ci ha parlato anche della sua vita e dalla sua carriera.
D: Satoshi Kon, ci presenti la sua ultima opera…
SK: A partire dal mio primo film (Perfect Blue, 1998) ho voluto cercare di esplorare il rapporto tra sogno e realtà, o meglio tra immaginazione e realtà e di raffigurare come questi due elementi possano confondersi e sovrapporsi. Per Paprika lo spunto iniziale l’ho avuto dal romanzo di Yasutaka Tsutsui ed ho cercato di spingermi oltre rispetto a quello che avevo già fatto, portando all’estremo le mie tematiche rispetto ai miei precedenti lavori. Paprika è un film molto denso, pieno di raffigurazioni visive che sono presenti per buona parte dei 90 minuti della durata totale. Penso comunque che Paprika segni una fine del percorso di ricerca che ho iniziato nel 1998 e che probabilmente mi spingerà a cercare nuove strade per i miei prossimi lavori. Anche perché questo film è stato elaborato in maniera meno narrativa e con le immagini che predominano, mi affascinava portare lo stile narrativo e la storia in secondo piano lasciando più spazio alle immagini ed all’immaginazione, senza per forza “obbligare” lo spettatore a seguire un percorso lineare. Anch’io nelle fasi di lavorazione cercavo di non avere troppi schemi, ma di lavorare in maniera più spontanea, di getto. Si è verificata una concatenazione d’immagini, come in un sogno, e la lavorazione procedeva così fino ad arrivare ad una conclusione. Volendo raffigurare la mia fase lavorativa si potrebbe immaginarla come una galleria, dove mentre la si percorre non si sa dove si uscirà né dove si arriverà. La mia speranza è che lo spettatore possa esplorare e vivere la storia a suo modo, e che ognuno potrà metterci del proprio per vivere quello a cui ha appena assistito.
Perchè ha deciso di diventare regista e quali sono state le motivazioni che l’hanno spinto a raccontare questo tipo di storie, soprattutto in animazione?
Mi è sempre piaciuto dipingere e disegnare. Mi iscrissi all’Accademia di Belle Arti di Musashino e da lì iniziai a fare il fumettista, in giapponese il “manga kan”. Un editore mi scoprì e mi contattò dopo aver visto un mio primo lavoro di fumetti pubblicato sulla rivista Young Magazine… da lì a diventare regista di Perfect Blue il passo è stato breve.
Nel mezzo ci furono alcune collaborazioni per film di altri grandi registi come Katsushiro Otomo (come background artist e layout artist) e per i film Patlabor 2 e Memories.
Come nascono i suoi film?
Non ci sono idee prestabilite, più che andarle a cercare aspetto che le idee vengano a cercare me. Solo quando l’opera è completata capisco quello che volevo dire. Se dovessi fare un film d’animazione con un tema già deciso, una storia precisa non ci riuscirei… ho bisogno di spazio e di libertà.
“PAPRIKA” – La trama e i crediti
In un laboratorio sperimentale viene inventato un trattamento psico-terapeutico rivoluzionario chiamato PT. Attraverso un dispositivo, chiamato DC-Mini, tale procedimento è in grado di agire come ‘detective dei sogni’, ossa di penetrare nei sogni delle persone ed esplorarne i pensieri inconsci. Prima che il governo riesca ad emanare una legge che autorizzi l’uso di uno strumento psichiatrico tecnologicamente così avanzato, uno dei prototipi del DC-Mini viene rubato, mandando in tilt tutto il laboratorio di ricerca.
In mani sbagliate, le potenzialità di un uso scorretto del congegno potrebbero essere devastanti, permettendo a chi lo adopera di annichilire totalmente le personalità del sognatore, durante il sonno. Una rinomata scienziata, la Dottoressa Atsuko Chiba, si introduce nel mondo dei sogni attraverso il suo alter ego, nome in codice Paprika, nel tentativo di scoprire chi stia dietro al tentativo di sabotare la nuova invenzione.
Grazie ad una stupenda colonna sonora firmata Susumu Hirasawa, un design grafico raffinato, innovativo e strabiliante abbinati ad una capacità narrativa degna di un grande autore, Paprika si eleva allo status di vero e proprio capolavoro, un grandissimo film “inquietante e visionario, ma anche filosofico e umanista”.
data: 22/10/2006