dal 1999 testimone di un’evoluzione

André Øvredal è un regista e sceneggiatore norvegese, classe 1973, che si è fatto conoscere dal grande pubblico già con il suo primo film, il mockumentary Troll Hunter, uscito nel 2010. Oltre a qualche cortometraggio, realizzato prima e dopo questo film, ha deluso in parte con l’opera seconda “Autopsy” - realizzata negli States - uscito sei anni dopo, per poi confermarsi interessante narratore horror con il bel “Scary Stories to Tell in the Dark” uscito nel 2019, anche se in

“In molti lo danno come favorito all’Oscar per il miglior film. «Judas and the Black Messiah» ha tutti i numeri per allisciare il nuovo corso hollywoodiano: una produzione all black che più inclusiva non si può e un tema - la figura di Fred Hampton e il suo assassinio da parte dell’Fbi - che sembra fatto apposta per soddisfare tutti, chi lamenta la dimenticanza delle personalità nere nella Storia statunitense e chi vuole ribadire le colpe dei bianchi. Forse gli

Warner ha fatto ripartire il franchise di Godzilla nel 2014 con il bellissimo film di Gareth Edwards, che vi consigliamo assolutamente di recuperare se non l’aveste ancora fatto. Il film di Edwards fortunatamente spazza via e ci fa dimenticare l’orrendo film omonimo del 1998 diretto da Roland Emmerich. Godzilla quindi è il primo della nuova saga, un reboot complesso visto che comprende anche il personaggio di King Kong, protagonista del secondo film “Kong: Skull Island” del 2017. Nel 2019 arriva

Il mitico incontro tra due leggende: Lupin III e il maestro Hayao Miyazaki, per uno dei film più famosi di tutta la storia degli anime. Koch Media e Yamato Video riportano in DVD il secondo lungometraggio cinematografico animato dedicato ad uno dei personaggi più iconici della storia giapponese creato dal genio di Monkey Punch, e lo fanno in grande stile grazie a questa nuova edizione a tiratura limitata con box in cartone con apertura a destra (all’interno c’è un bellissimo

“L’agnello” segna il debutto al lungometraggio di finzione del sassarese Mario Piredda. Il regista, classe 1980, viene da un solido background fatto di documentari e corti e ha fatto parlare di sé quando nel 2016 è stato premiato con il David di Donatello al miglior cortometraggio per “A casa mia”. Solidamente radicato in quella terra d’origine che il regista – bolognese d’adozione – conosce così bene, “L’agnello” è un dramma ben riuscito che si sviluppa in ambito familiare. La storia prende le mosse dal rapporto