dal 1999 testimone di un’evoluzione

Dopo due interessanti opere arriva purtroppo il passo falso per i fratelli D’Innocenzo. Chiariamo subito, sono due giovani autori da tenere sicuramente sotto osservazione perché in primis ci hanno regalato due film belli, originali e riusciti come “La terra dell’abbastanza” e “Favolacce” e anche di fronte a questo “America Latina” non siamo di fronte ad un film brutto… forse sbagliato, nel senso che non sono riusciti a sfruttare fino in fondo il materiale che avevano a disposizione; l’opera ci è

“Ennio è il ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone, il musicista più popolare e prolifico del XX secolo, il più amato dal pubblico internazionale, due volte Premio Oscar®, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. Il documentario lo racconta attraverso una lunga intervista di Tornatore al Maestro, testimonianze di artisti e registi – come Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny –

Pif, dopo le prime due opere decisamente interessanti (La mafia uccide solo d’estate e In guerra per amore) torna nelle sale e in tv con questo E noi come stronzi rimanemmo a guardare, produzione Sky Italia presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nel 2021 che ebbe poi un fugace passaggio in sala per poi essere trasmesso sul canale Sky Cinema dal novembre dello stesso anno. È un futuro nel quale sconteremo la colpa della nostra passività quello rappresentato

Torna in alta definizione grazie a Mustang uno dei film di denuncia più belli e riusciti del cinema italiano degli anni Novanta, quel Muro di gomma firmato Marco Risi sulla ricostruzione della tragedia di Ustica. Dalla bellissima scheda del Dizionario dei Film 2021 - Il Mereghetti: “Risi firma «un esempio alto di cinema che pensa e fa pensare […] un cinema che torna a credere nella forza e nella qualità delle idee e che cerca il dialogo col pubblico» (Brunetta).

“In Sull'isola di Bergman, Mia Hansen-Løve, costruisce il delicato ritratto di una relazione tra due modi creativi, tra due generazioni di registi, tra un maschile e un femminile che, pur rifuggendo il conflitto, scoprono la profondità delle loro differenze.” Giampiero Frasca, cineforum.it “Se qualcuno sparla dell'ego infrangibile bergmaniano, subito torniamo sulla retta via, memorie di capolavori che tra desideri, sorrisi di notti d’estate e vampate d'amore hanno creato immortali figure di donne talvolta in attesa.” Maurizio Porro, Corriere della Sera “Ci si