dal 1999 testimone di un’evoluzione

“A 54 anni dalla sua uscita nelle sale, Hiroshima mon amour è stato restaurato interamente in 4K attraverso un lungo e complesso lavoro, realizzato a partire dal negativo-camera e da un controtipo positivo di prima generazione. Particolare attenzione è stata riservata al rispetto della grana originale del film, che ha caratteristiche diverse soprattutto tra le parti giapponesi e quelle francesi ma anche nei molti e diversi stock di pellicola montati nel negativo. Il restauro ha rispettato pienamente l’estetica originale del

Il restauro 4K del film è stato realizzato da Fondazione Cineteca di Bologna, in collaborazione con Criterion Collection e con l'avente diritto Compass film, a partire dai negativi camera 35 mm e suoni originali, messi a disposizione da Studio Cine. In una scatola a parte, sono state ritrovate alcune inquadrature di negativo che presentavano gravi danni fisici ed erano per questo state tagliate e sostituite con il controtipo. L'attuale restauro digitale le ha ripristinate da negativo. Un ringraziamento speciale al

Quando uscì Si alza il vento [Kaze tachinu, 2013] sembrava che l’addio di Miyazaki alla regia fosse definitivo, soprattutto per il porsi del film come sintesi finale di tutte le ossessioni e le tematiche che, a partire da Conan il ragazzo del futuro [Mirai shōnen Konan, diretta Hayao Miyazaki, Keiji Hayakawa e Isao Takahata,1978], hanno attraversato il suo cinema. Evidentemente, quel film non era abbastanza. Così, a dieci anni di distanza e dopo una travagliata produzione, esce Il ragazzo e

Quarant’anni dopo Wim Wenders, una regista torna a chiedere a trenta colleghi se il cinema stia morendo, se sia un linguaggio in procinto di scomparire. Il primo a rispondere sarà proprio il cineasta tedesco che nel 1982 aveva realizzato Chambre 666 in un famoso albergo di Cannes…

“Dopo Il giardino delle vergini suicide e soprattutto Marie Antoinette, Coppola racconta un’altra storia di liberazione femminile dalla gabbia dorata dell’uomo-mito. E come in Marie Antoinette, gioca con gli anacronismi, in Priscilla solo musicali – purtroppo obbligati dall’impossibilità di usare le canzoni di Presley -, optando per brani dei Phoenix, dei Ramones e cover di hit mondiali come I Will Always Love You di Whitney Houston. Fin dalla scena di apertura si riconosce la cifra stilistica del cinema di Coppola,