dal 1999 testimone di un’evoluzione

Il Suspiria di Luca Guadagnino è decisamente un oggetto strano. Non è assolutamente un remake del capolavoro di Dario Argento del 1977 come in molti hanno pensato, ma sicuramente un omaggio, nell’ambientazione e nell’atmosfera generale. Una prima parte angosciante e carica di tensione, una seconda parte che ribalta tutto. Possiamo dire che il regista siciliano spiazza lo spettatore, considerando anche la chiave di lettura politica visto che lo ambienta nella Germania del 1977, con i moti reazionari giovanili, la repressione

Fabrizio Tassi su Cineforum ne parla così: “Lara è nata nel corpo di Victor. Lara è il suo nome “vero”, una promessa di felicità, è la parola (l’identità) che risuona dolcemente nel prologo dolaniano, un sussurro immerso in una luce irreale. Victor, invece, è il passato, lo spettro da cancellare, la parola da non pronunciare, il nome in cui Lara si è trovata imprigionata: uno scherzo della natura. Victor è diventato Lara, tutti lo sanno: il magnifico padre la accompagna nel suo

Senza lasciare traccia è la promettente opera prima di Gianclaudio Cappai, quarantatrenne nato a Cagliari. Dopo i suoi primi cortometraggi si fa notare al pubblico più ricettivo nel 2006 con il coinvolgente cortometraggio “Purché lo senta sepolto”, vincitore di premi in importanti festival italiani. Alla Mostra del Cinema di Venezia del 2009 porta il suo secondo lavoro, il mediometraggio “So che c’è un uomo” riscontrando anche in questo caso enorme successo in vari festival internazionali. Era logico pensare ad un

E con questo titolo tutto il geniale cinema di Jacques Tati è disponibile in home-video grazie alla RHV in collaborazione con VIGGO e la società che gestisce i diritti di sfruttamento delle sue opere, Les Films de Mon Oncle. A livello storico questo è l’ultimo film che vede protagonista lo stralunato ed impacciato personaggio di Monsieur Hulot, il film è uscito nel 1971 ed è ovviamente da non perdere!

“Il primo dettaglio che questa nuova versione di Il Grinch modifica è la malvagità. Cioè quello fondante. L’essere che ruba il Natale era già arrivato in varie versioni animate in tv (una volta anche in live action con Jim Carrey) e pur essendo una storia per bambini aveva una maniera tutta sua di rappresentarne la meschinità. Che poi è la forza del racconto originale di Dr. Seuss, elaborare una sua versione del maligno per bambini, innocuo eppure concreto. Anche perché,