dal 1999 testimone di un’evoluzione

Roberto Manassero per MyMovies.it sulla riedizione nelle sale della versione restaurata: “Minimalista, stralunato, quasi onirico nella sua assurdità, sovente buffo e divertente, il cinema di Jarmusch è sempre stato dalla parte dei diversi. I suoi personaggi sono esclusi dal banchetto della vita, disadattati, vagabondi, carcerati, passeggeri della notte: il protagonista di Ghost Dog, interpretato da uno straordinario Forest Whitaker, è forse la sua creazione più famosa e tipicizzata, un afroamericano invisibile a chiunque, nonostante l'imponente stazza e l'evidenza del suo

Tratto dall’omonimo dramma di Rosso di San Secondo, il film ne lascia inalterata l’ossatura, cambiando però l’ambientazione, che da popolare diventa qui elegante e mondana. Particolarmente interessante la mise en scene di Righelli e i ricercati movimenti di macchina lungo la scala che dà il nome al soggetto e al film stesso. Estratto dal booklet interno, intervista di Umberto Paradisi del 1931 al regista: La sonorizzazione ha molta importanza in questo film? “Moltissima. Ho compiuto ogni sforzo affinché rumori, suoni, musiche e voci

“La caduta di un corpo nel vuoto. Un volo che si arresta sul terreno innevato di fronte a uno chalet lasciando sul bianco alcune tracce di sangue. Insieme a quel corpo nel vuoto precipitano anche una coppia, una famiglia, l’infanzia di un bambino. La caduta, come dice il titolo, è il centro stesso dell’idea narrativa di Anatomia di una caduta di Justine Triet, che da lì - ricostruendo come l’uomo sia morto - comincia a entrare nel corpo vivo delle relazioni tra i personaggi,

“Niente di particolarmente nuovo nella sceneggiatura molto “lefty”, progressista, di Paul Laverty, storico compagno di strada di Loach, nemmeno il fatto che la spinta decisiva venga dalle donne, a cominciare dalla giovane Yara che usa la sua abilità come fotografa per raccontare i fatti. Ma Loach ha la capacità di rendere tutto appassionante e coinvolgente: i dialoghi sono un po’ predicatori, ma al regista inglese non viene mai meno la speranza che i gesti dei singoli possano cambiare in meglio

Tra giallo e riflessione esistenziale, uno degli apologhi più belli e lungimiranti mai realizzati sul mestiere e la natura del cinema. “Mentre sta girando un film di fantascienza in Portogallo, una troupe cinematografica, capitanata dal regista Munro, è abbandonata a se stessa, senza soldi né pellicola, dal produttore che è rientrato a Hollywood. Attori e tecnici in albergo ammazzano il tempo nell'inedia, aspettando che la situazione si sblocchi finché Munro decide di andare a scoprire la tragica verità in America.”